A scuola “senza zaino” ma con grande responsabilità

Anche la Carducci, come la primaria, ha adottato il modello pedagogico del progetto "senza zaino". Ambienti wiki, tecnologia e tanta discussione ribaltano i ruoli della classe tradizionali

La scuola senza zaino

Una scuola media “senza zaino” o, come preferiscono i docenti “delle responsabilità». Da due anni la secondaria di primo grado Carducci di Sumirago ha scelto la via dell’innovazione: « Di fatto i ragazzi lo zaino lo hanno – spiega Lorena Bollasina docente di matematica – perché è un oggetto a cui tengono. Ma lo lasciano fuori dall’aula»

Libri e quaderni vengono riposti nelle “buchette”, una libreria strutturata per ospitare materiale del gruppo classe ma anche spazi di “autogestione”: « Preferiamo il termine “scuola delle responsabilità – racconta la docente di arte Paola Garbini referente del progetto – perché qui, al contrario della primaria, si lavora ancora con testi e quaderni ma in modo che i ragazzi siano co-protagonisti della lezione. Riteniamo che sia importante puntare sulla responsabilità ma anche la comunità e l’ospitalità. Tutti devono contribuire a rendere proficuo e accogliente l’ambiente in cui lavorano, il percorso d’apprendimento, i momenti di studio di gruppo. In questo modo si valorizzano ciascuna individualità in un contesto corale».

Il modello pedagogico si sta costruendo: « Siamo al secondo anno e continuiamo a interrogarci e a ragionare sul cammino che abbiamo imboccato – dice Stefania Filippini referente del plesso – L’ambiente è in costruzione, con l’adattamento di ciò che c’era nelle nuove modalità dell’apprendimento di gruppo con le isole, piuttosto che l’introduzione di strumenti multimediali».

La lezione frontale non c’è più, sostituita da discussioni di gruppo alla ricerca di tutti i pezzetti di sapere di ciascuno, così da realizzare il puzzle finale: « Nel momento della verifica degli apprendimenti – spiega la prof di matematica – si suddividono in gruppi e lavorano insieme. Poi io controllo i compiti e li ridistribuisco in modo che ogni gruppo verifichi, corregga e valuti il lavoro degli altri».

C’è chi, come il professore d’inglese Maurizio Capriolo, si affida alla didattica “wiki”, a cui tutti possono collaborare aggiungendo, aggiustando o togliendo porzioni di sapere: « Anche l’uso degli strumenti multimediali è importante – commenta il prof Capriolo – ottengono competenze ormai importanti in questo mondo digitale». In arte, con la docente Garbini studiano un monumento che poi rielaborano su proprie tavole facendo emergere l’idea centrale.

Anche l’autodisciplina diventa elemento centrale di apprendimento: così si cerca di regolamentare l’uscita dalla classe, piuttosto che l’interruzione della lezione che non deve avvenire nel rispetto di chi sta parlando e di chi sta ascoltando.

Le lezioni vengono pianificate secondo calendari settimanali o mensili, in modo da rendere ciascuno cosciente dell’impegno futuro: « Essere consapevoli aiuta reagire meglio agli stimoli – commenta la professoressa Garbini – ci si prepara a casa e si arriva già concentrati sull’impegno che li aspetta».

Un modello diverso che sta crescendo e continua ad ampliarsi di nuove strategie: chi volesse avere un colloquio informativo può approfittare dell’ Open week, il 12, il 14 e il 16 dicembre su appuntamento, mentre l’open day sarà il 12 gennaio.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Novembre 2016
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