Antonelli getta la spugna: “La gestione diretta dei profughi è impossibile”

Secondo il sindaco "a noi si sono rivolte solo associazioni che volevano lucrare sui profughi e il progetto Sprar è solo fuffa; aspettiamo che il Prefetto ci dica cosa fare"

centro accoglienza busto arsizio richiedenti asilo profughi

Era stato lui a lanciare la proposta dei centri di accoglienza per richiedenti asilo gestiti direttamente dal comune ed è sempre lui il primo a gettare la spugna. «Ho deciso di non affrontare più la questione ma aspetto solo che il Prefetto mi dica cosa devo fare»: è questa la nuova linea di Emanuele Antonelli, sindaco di Busto Arsizio, annunciata nella commissione che doveva discutere la proposta di adesione al progetto Sprar avanzata dal Partito Democratico.

«A me in questi giorni hanno chiamato solo associazioni e cooperative che volevano lucrare sui profughi» racconta Antonelli che elenca i numeri dei suoi contatti: «mi hanno chiamato in 8; per 5 mi è bastato solo quello che mi hanno detto al telefono, 3 invece le ho ricevute ma cercavano solo facili guadagni e quindi le ho messe alla porta. Io con questi banditi non mi voglio neanche sedere ad un tavolo». Non solo, l’amministrazione non ha intenzione neanche di aderire alla rete dei sindaci che si è costituita nei mesi scorsi e Antonelli chiude la porta anche alla possibilità di entrare nella rete dello Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (qui una scheda su cosa si tratta).

«Ho stampato tutte le 180 pagine di schede del progetto Sprar -racconta Antonelli, agitando il fascicolo tra le mani- ma le ho stampate nel mio ufficio perché mi dispiaceva sprecare la carta del comune: questa è tutta fuffa». Il sindaco dice ancora di «credere che sia importante che l’ente pubblico cacci chi guadagna in questo settore» ma oggi «non ho davanti un interlocutore credibile: non mi fido dello Stato e del governo». Il dossier dei richiedenti asilo «lo affronto ogni giorno» ma «non vado ad investire i soldi dei cittadini con uno Stato che se paga lo farà a 6 mesi» e che quindi «potrebbe esporci di centinaia di migliaia di euro». Quindi cosa fare? «Noi possiamo solo aspettare la decisione del Prefetto sul centro di via dei Mille che ora, tra l’altro, ci ha anche chiesto di rimanere in disparte -spiega l’assessore ai servizi sociali, Miriam Arabini- ma fino a quel momento oltre ad esprimere il nostro disappunto per una situazione di questo tipo non possiamo fare altro».

Una posizione, quella dell’amministrazione, che ha fatto arrabbiare il Partito Democratico. «In città si sta creando un clima molto pesante e l’atteggiamento dell’amministrazione non aiuta» sottolinea Cinzia Berutti mentre Massimo Brugnone attacca: «il sindaco non può dire di non volersi occupare della vicenda perchè non si fida dello Stato e con questa decisione si chiude la strada a fondi che vengono destinati espressamente a questo tema». In ogni caso il PD -nonostante il voto contrario della commissione- porterà la mozione in consiglio comunale.

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Novembre 2016
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  1. Castegnatese ora Insu
    Scritto da Castegnatese ora Insu

    la situazione è ormai insostenibile e tende solo a peggiorare.
    cosa aspettiamo a rimpatriare questa gente ??
    pensiamo prima a noi …che se uno a 50 anni perde il lavoro di certo non viene ospitato in albergo

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