Darren, un americano in cattedra al liceo

È arrivato da Pittsburgh per insegnare agli studenti a esprimersi in inglese. In cambio impara a conoscere un paese che ha iniziato ad amare studiando il canto lirico

darren americano liceo tosi

Darren è un docente del liceo Tosi di Busto. Giovane, sorriso aperto e un italiano non proprio perfetto.

Darren Kusar arriva da Pittsburgh negli Stati Uniti, dove si è avvicinato all’italiano e alla sua cultura grazie alla musica: « Ho una formazione artistica. Mi piace cantare e sono bravo. Così, all’università, ho continuato a perfezionarmi nella mia grande passione. In realtà, la mia prima idea era quella di fare il medico, per cui ho studiato il latino: negli anni del college sono venuto con la mia classe in Italia a vedere città d’arte e monumenti. Poi, durante lo studio accademico mi sono avvicinato al canto lirico. Quella musica è stata così la mia porta d’ingresso nella Cultura italiana. Così, piano piano, i miei interessi scientifici sono stati sostituiti dallo studio umanistico. Ora mi sono laureato ma, prima di prendere un dottorato in musicologia,  ho deciso di fare un’esperienza di insegnante in Italia… ed eccomi qui».

Darren è arrivato allo scientifico di Busto attraverso il programma “Cite program” di cui è capofila l’istituto Pacioli di Crema : « La scuola italiana fa fatica a innovare – spiega la professoressa di matematica e fisica Ciapparelli, responsabile dell’internazionalizzazione – Esiste il Clil ( l’insegnamento in lingua di una materia diversa) ma è complesso ottenere le certificazioni necessarie. Così si creano occasioni e modelli che possano ovviare a questo limite. Da tempo sia i ragazzi, sia i genitori chiedevano un confronto con qualche docente straniero. Ho chiesto all’istituto Pacioli e siamo stati inseriti nella rete».

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Il giovane professore americano insegnerà conversazione inglese per venti ore in ogni classe del primo biennio: « Abbiamo voluto investire in questa fascia d’età  – chiarisce la referente – perché gli studenti si devono abituare a sostenere discussioni in lingua. Non si può improvvisare il Clil in quinta, occorre un percorso ben modulato che porti i ragazzi a studiare in lingua inglese, capaci di superare la barriera linguistica».

Ma cosa succede in classe quando entra Darren: « Io propongo ai ragazzi un tema filosofico o culturale o d’attualità. Iniziamo a discutere secondo il modello del “debate”, per cui la classe è divisa per sostenere ragioni opposte, oppure liberamente. Io li ascolto e raramente intervengo nella discussione, solo in caso di errori che distorcono il senso della frase. Altrimenti segnalo le imprecisioni alla fine, spiegandone il motivo. Io voglio che i ragazzi vincano il timore di sbagliare, accettino di mettersi in gioco,  solo così acquisteranno fiducia in se stessi».

Fino a giungo, dunque, “the yankee teacher” sarà una figura fissa all’Arturo Tosi: « L’accoglienza è stata molto calorosa – commenta la docente Ciapparelli – è ormai un personaggio. Data la giovane età, i ragazzi lo fermano anche per chiedere consigli o per farsi aiutare».

Darren è ospitato da famiglie di studenti: ne girerà tre fino a giugno per avere anche lui una panoramica ampia dell’ “italian style”: « Mi trovo molto bene qui. Il clima è simile a quello di Pittsburgh. È una cittadina piccola ma accogliente: tutti mi sorridono. Mi piace andare nei bar del centro e parlare con la gente. Quando sono partito anche io, come in genere gli americani, avevo un’idea mitizzata dell’Italia: il bel paese dove si è sempre felici e si vive al meglio. Invece mi sono reso conto che abbiamo vite analoghe con preoccupazioni, problemi, momenti di festa e di socialità. Esattamente come negli States. Penso che l’unica ricetta per poter apprezzare un posto è quella di lasciarsi conquistare, aprirsi abbandonando i propri preconcetti e dimenticando gli stereotipi. Essere curiosi di scoprire chi hai di fronte».

 

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Novembre 2016
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