Ex Lazzaroni, i dubbi della lista Uboldo Civica

La lista di minoranza ribadisce la preferenza per una funzione produttiva, anziché per il commerciale che alla fine è stato scelto. E analizza anche le opere che verranno finanziate

area ex lazzaroni uboldo

Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato della lista Uboldo Civica, forza di minoranza, sul progetto di intervento sull’area ex Lazzaroni

 

Lunedì sera in Comune si è tenuto l’incontro di presentazione del piano attuativo che prevede la realizzazione nell’area ex Lazzaroni di una struttura commerciale-terziaria che possa ospitare anche una Grande Struttura di Vendita (GSV), probabilmente operante nel settore del bricolage e del mobile, e di un’attività di ristorazione nel parcheggio di via Muratori, dall’altro lato della strada Bustese rispetto alla ex opificio Lazzaroni. Durante l’incontro è intervenuto anche il nostro Consigliere comunale Enrico Testi, che tiene a precisare di non essersi espresso né a favore né contro il progetto, ma ha avanzato delle osservazioni e chiesto dei chiarimenti, soprattutto sulle opere di “compensazione”, sulla viabilità e sull’occupazione. Dopo aver assistito alla presentazione e aver dato un primo sguardo alla documentazione, che continueremo a studiare nelle prossime settimane, possiamo formulare le prime considerazioni.

Uboldo Civica ha sempre pensato ad una destinazione produttiva per l’area, così come era con lo stabilimento Lazzaroni. Nel nostro programma amministrativo 2014-2019 abbiamo lanciato l’idea di ospitarvi un parco scientifico-tecnologico, una struttura dove aziende di piccole e medie dimensioni possano condividere infrastrutture e costi per ricerca e sviluppo, creando un circolo virtuoso e sinergico. Un’idea originale e ambiziosa, che avrebbe richiesto un forte impegno dell’Amministrazione comunale, ma che è coerente con la vocazione all’innovazione e alla ricerca & sviluppo dell’area a nord di Milano in cui Uboldo è collocata, come testimonia il progetto del centro di ricerca Human Tecnopole che il governo ha deciso di finanziare e collocare nell’area su cui si è svolto Expo.

L’Amministrazione in carica ha però scelto la strada più facile, trasformando l’area in commerciale. Ecco come si spiega il presunto fallimento della destinazione produttiva: in attesa che l’attuale Amministrazione cambiasse la destinazione urbanistica dell’area da produttiva a commerciale, destinazione da sempre desiderata dalla proprietà, quest’ultima ha potuto rimanere inerte senza proporre soluzioni alternative.

Riguardo al progetto ora in discussione, la superficie dell’intero comparto ammonta a circa 50.000 mq. Di questi, 16.000 saranno adibiti a GSV (9.000 destinati all’area di vendita) e 500 alla struttura di ristorazione, a cui aggiungere quasi 8.000 mq di magazzino interrati. Dall’operazione il Comune incasserà oneri di urbanizzazione e contributi per il costo di costruzione. 900.000 euro di questi oneri di urbanizzazione saranno gestiti direttamente da Aries 2000, la società proprietaria dell’area, che si è impegnata a realizzare tre opere individuate dall’Amministrazione come di interesse pubblico: la sistemazione del tratto di via IV novembre adiacente all’area ex Lazzaroni, con la creazione di una rotonda e la sistemazione di via Muratori; la sistemazione del parcheggio dell’SOS; la realizzazione del peduncolo che colleghi via Pascoli con la rotonda in uscita dallo svincolo.

La più importante di queste opere, la sistemazione della viabilità nella zona del nuovo centro commerciale (quasi 500.000 euro) risponde direttamente all’interesse della società attuatrice. Senza la GSV, infatti, non ci sarebbe bisogno di una rotonda in quel punto della via IV novembre, mentre via Muratori non sembra così bisognosa di interventi. Quei lavori dovrebbero essere finanziati direttamente da Aries 2000 con sue risorse, non con gli oneri di urbanizzazione, che sono risorse degli uboldesi.

In secondo luogo, è opportuno smentire alcune inesattezze che si stanno diffondendo rapidamente. Che la GSV non sia destinata a un’attività di distribuzione di beni alimentari non è una gentile concessione della società attuatrice, ma un obbligo previsto dal PGT, che vieta espressamente questo genere di attività commerciali nell’area. Anche l’assenza di una galleria commerciale non sembra essere una concessione di Aries 2000. Semplicemente, la proprietà ha presentato quello che ritiene essere il progetto per lei più redditizio considerando tutti i fattori in gioco, dall’analisi economica alla possibilità di ottenere le necessarie autorizzazioni dagli enti preposti.

Infine, anche se formalmente non necessario, sarebbe a nostro avviso corretto che fin da subito si faccia chiarezza su quali operatori commerciali si insedieranno nelle strutture e qual è il loro potenziale impatto occupazionale, il cui saldo non sarà necessariamente positivo e, soprattutto, non necessariamente positivo per Uboldo (nella serata è emerso che nelle priorità di assunzioni i nostri concittadini saranno dietro quelli dei paesi limitrofi, poiché il nostro paese percepisce già gli oneri di urbanizzazione). Sono argomenti necessari al dibattito pubblico e che una Amministrazione accorta dovrebbe voler conoscere prima di assumere decisioni di tale importanza.

Uboldo Civica

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Novembre 2016
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