I richiedenti asilo si occuperanno della città

Otto giovani dal 27 di ottobre in carico alla Croce Rossa verranno formati anche dalla Protezione Civile per lavori socialmente utili

Avarie

Non immaginiamoceli con la divisa a spegnere incendi o a fronteggiare calamità – fatto che peraltro nelle regioni terremotate sta già avvenendo – , piuttosto i richiedenti asilo che da sabato dormiranno in città saranno alle prese con l’apprendimento di alcune pratiche valide per aiutare la comunità che li accoglie, formati da pensionati che sapranno trasmettergli un lavoro.

Elettricisti, falegnami, muratori in pensione che fanno parte della protezione civile di Gavirate saranno gli educatori “pratici” di otto giovanissimi richiedenti asilo. Vitto, alloggio e formazione culturale, i ragazzi provenienti dall’Africa dei conflitti li troveranno alla Croce Rossa Italiana (nella foto, la sede, nell’immobile dove troveranno accoglienza i rifugiati)  che sta predisponendo i locali di proprietà del Comune, proprio sopra la sede della Cri, in un appartamento.

I migranti sono in carico alla Cri dallo scorso 27 ottobre, e in questi giorni sono in città per attività diurne all’oratorio, mentre la notte dormono in una struttura ricettiva della zona.

«Ma tra due giorni saranno nello spazio che è stato predisposto per loro – spiega Simone Foti, presidente della Cri Medio Verbano, che già l’estate scorsa, per un brevissimo periodo ha accolto nelle palestre delle superiori alcuni richiedenti asilo – . A differenza della precedente attività durata solo 5 giorni qui siamo di fronte ad un periodo di permanenza più lungo, per il quale si daranno il cambio una cinquantina di volontari della Croce Rossa, sempre presenti in piccoli gruppi “h24”. Abbiamo già attivato gli educatori e i mediatori culturali che insegneranno loro la lingua e la nostra cultura».

Dal Comune, il vice sindaco Massimo Parola parla già della “fase 2”, legata all’impiego dei giovani – 4 del Mali, 3 senegalesi e uno della Costa d’Avorio – per attività legate a lavori socialmente utili, come previsto nell’atto di indirizzo licenziato dalla giunta qualche giorno fa.

«La prima parte del progetto prevede un impiego lavorativo di 4 ore al giorno in ausilio al personale che esce in strada – spiega Parola – . In seconda battuta è in cantiere un progetto che coinvolgerà la Protezione civile: si pensava prima di tutto di valutare le capacità di ciascuno di questi ragazzi, di quali attitudini personali hanno i soggetti che ospitiamo, per poi formarli, affiancandoli a volontari di Protezione civile con competenze specifiche, vedi fabbri, elettricisti in pensione, disponibili a formazione per 2-3 ore al giorno».

«Un passo successivo potrebbe essere quello di sistemare un immobile comunale da adibire a casa accoglienza per i senza tetto, ma è ancora un’idea», conclude il vice sindaco.

Il progetto piace anche all’opposizione.
«Mi piace riscoprire questa Gavirate solidale – afferma il capo della minoranza consiliare Gianni Lucchina – . A fine agosto quando arrivarono altri migranti dichiarai che la scelta della Prefettura era dettata dalla volontà di sopperire alle mancanze di altri comuni, che non volevano ospitare. Dissi anche, a suo tempo, che una giusta proporzione di richiedenti asilo ogni mille abitanti è una visione corretta e che la Croce Rossa è un soluzione plausibile per gestire questa materia. Mi pare che questa idea sia stata ben recepita dall’amministrazione. Importante è anche il coinvolgimento di altre associazioni e realtà cittadine per impegnare in maniera utile per la collettività il tempo di questi giovani».
«Del resto se mi è concesso un inciso sul tema, quando Papa Francesco pronuncia le meravigliose parole sui migranti è giusto che poi ciascuno di noi le metta in pratica», conclude Lucchina.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Novembre 2016
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