La Regione approva la nuova legge su parchi e aree protette

La normativa ha l’obiettivo di semplificare la gestione (oggi affidata a 80 enti gestori) e di incentivare l’accorpamento volontario tra parchi esistenti

Eolo Campo dei Fiori Trail Foto di Andrea Plebani

Il sistema delle Aree protette della Regione (24 Parchi regionali, di cui 13 parchi naturali; 66 riserve naturali; 33 monumenti naturali; 101 parchi locali di interesse sovracomunale e 242 siti di “Rete Natura 2000”), fa riferimento da oggi a una nuova legge, approvata dal Consiglio regionale con 41 voti a favore, 22 contrari e nessun astenuto.

La normativa ha l’obiettivo di semplificare la gestione (oggi affidata a 80 enti gestori) e di incentivare l’accorpamento volontario tra parchi esistenti. A tale fine si introducono 9 macroaree omogenee di riferimento, all’interno delle quali possono essere previste le fusioni.

“Per Regione Lombardia è una legge molto importante perché interessa il 25% dell’intero territorio – ha detto il relatore varesino della Lega Nord Emanuele Monti – e per questa ragione abbiamo fatto un percorso approfondito, con circa 200 audizioni con i soggetti interessati. Partendo dal testo già ben fatto dalla Giunta regionale, abbiamo inserito una serie di emendamenti che vanno a modificare e dare un senso ancora più significativo a questo provvedimento che ha l’obiettivo di semplificare la gestione del territorio nell’interesse dell’utente finale, che è il cittadino lombardo, e di chi fa impresa in agricoltura nei territori protetti. Inoltre si danno più risorse agli enti parchi, che saranno i motori di questa legge, e si mantiene lo stesso grado di tutela della legge regionale 86/1983, che è un esempio in tutta Europa per le aree protette”.

La legge, che porta il titolo “Riorganizzazione del sistema lombardo di gestione e tutela delle aree regionali protette e delle altre forme di tutela presenti sul territorio” ha come finalità il consolidamento della conservazione e della valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico, l’incremento dei modelli di sviluppo sostenibile delle attività antropiche e il completamento della rete ecologica regionale.

Tra le norme approvate anche quella che, limitatamente ai danni agricoli causati da specie selvatiche nelle riserve e nei parchi naturali, viene permessa l’erogazione degli indennizzi regionali a condizione che siano stati effettivamente realizzati interventi di contenimento delle specie animali responsabili dei danni. Via libera inoltre a un emendamento che vieta la realizzazione di determinati impianti che svolgono attività di recupero o anche di smaltimento rifiuti (attività industriali), “fatto salvo il caso in cui tali operazioni siano già autorizzate”.

L’individuazione delle nove macroaree è stata fatta considerando porzioni del territorio regionale che racchiudono uno o più ambiti territoriali, propedeutici per una progressiva aggregazione degli stessi ambiti. Ai PLIS (parchi locali di interesse sovracomunale) è consentito di partecipare a processi di aggregazione.

Queste le macro aree: la prima comprende i parchi di Campo dei Fiori, Pineta, Spina Verde, Groane, Valle del Lambro, Montevecchia e Valle del Curone, Bosco delle Querce; la seconda Grigna Settentrionale e Monte Barro; la terza Orobie Valtellinesi e Orobie Bergamasche; la quarta Alto Garda Bresciano, Adamello e la parte lombarda del Parco nazionale dello Stelvio; la quinta il Parco regionale del Mincio; la sesta Oglio Nord, Oglio Sud e Monte Netto; la settima Adda Nord, Adda Sud, Colli di Bergamo e Serio; l’ottava il Parco Agricolo Sud Milano e Nord Milano; la nona il Parco naturale lombardo della Valle del Ticino.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Novembre 2016
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