«Luinesi in difficoltà, parlate ai servizi sociali, non a Facebook»

L'appello dell'assessore ai servizi sociali Caterina Franzetti che interviene per fare chiarezza su come il Comune può aiutare i cittadini con problemi

Avarie

La moglie mi ha lasciato, ho perso il lavoro, mia figlia non mi vuole. Esempi, ma che nella vita di tutti i giorni, in ogni parte del mondo, riguardano le persone, che quando sono in difficoltà sempre più spesso esternano situazioni di disagio. Un tempo con gli amici intimi, e la cosa finiva con un consiglio e quattro chiacchiere.

Ma sempre più spesso lamentele che arrivano sui social network, dove può succedere di tutto: prendere per vero ciò che vero non è, scrivere una parola di troppo, mandare all’aria il sacrosanto diritto di prvacy o, ancora, attaccare un ente o l’operato di un ufficio.

L’assessore ai servizi sociali di Luino Caterina Franzetti interviene sulla questione con un suo punto di vista.

«Capita sempre più spesso di apprendere che sui social network si aprono dibattiti su situazioni di persone in difficoltà. Appare inevitabile che di fronte al racconto di casi particolarmente toccanti sul piano umano, chi legge si chieda se il Comune ne è al corrente e se sia intervenuto per risolvere il problema. Si tratta di domande legittime alle quali però non è possibile rispondere su Facebook, Twitter, WhatsApp ….per un doveroso rispetto della privacy e del segreto professionale che spesso accompagna l’intervento degli specialisti incaricati dal Comune».

«Bisogna poi riflettere sul fatto che chi vive una situazione di sofferenza ne ha una visione personale che non può sempre corrispondere ai dati oggettivi. Chi ascolta e non conosce questi dati oggettivi, racconta questa situazione così come le è stata comunicata. Le soluzioni per uscire da un momento di fragilità non sempre sono immediatamente accettate dai soggetti coinvolti. Si tratta comunque di temi ed argomenti che non possono essere dibattuti in pubblico o attraverso i social. Per questi motivi, il Comune di Luino non interverrà nei dibattiti che si apriranno sui diversi social network ma, come sempre, accoglierà e riceverà le segnalazioni e richieste di aiuto del cittadino che ritiene di aver diritto a prestazioni sociali e non on-line, sulle nuove e moderne pubbliche piazze», conclude l’Assessore ai Servizi Sociali Caterina Franzetti

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Pubblicato il 08 Novembre 2016
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da claudio_giuncaioli

    Perso lavoro. Successivamente (1 Giugno 2015) lasciato dalla moglie (29 anni di matrimonio) e dalla figlia che dovendo scegliere ha preferito andare con la mamma. La mia vita l’ho dedicata alla mia famiglia…che mi ha abbandonato come un pacco al proprio destino. Servizi sociali? posso solo dire che chi non prova non può immaginare cosa significhi perdere il tutto senza neppure preavviso…cioè tornare a casa una sera e non trovare più la famiglia.Quel tutto per il quale si è dato tutto…completamente tutto. Da quel primo Giugno sono trascorse alcune festività…ricordo ad esempio il giorno di Natale trascorso a letto abbracciato al mio cane a piangere e senza neppure mangiare. Ho subito lo sfratto dalla casa (il comune di Luino non ha mosso un dito)…ho vissuto in macchina e cambiato 14 alloggi. Possono immaginare tutto questo i servizi sociali?…o l’assessore ai servizi sociali Franzetti che quando sono andato a trovare per esporre la mia situazione drammatica era più preoccupata che io non andassi a raccontare la mia storia in televisione che ad altro? No cara Assessore…no cari S.S. Voi non potete neppure lontanamente immaginare cosa significhi perdere tutto…e non potere neppure più avere un abbraccio dall’unico conforto su cui una persona in difficoltà può e deve fare conto in drammatici momenti…LA FAMIGLIA. Non ve lo auguro…ma solo provando capireste. Vi mancherebbero le forze per ogni cosa…persino per uscire di casa….e per cercare un lavoro. Che oggi è diventato un lavoro. Se volete negare ad una persona nel dramma anche uno sfogo scrivendo in quelli che voi definite mezzi non appropriati…mi dite cosa resta? Non le auguro caro assessore e relativi collaoratori di trascorrere neppure una delle mie giornate dal primo Giugno 2015 (18 lunghissimi mesi) nei quali ho avuto addosso esclusivamente gli occhi amorevoli del mio carissmo amico a quattro zampe. Tornate dalle vostre famiglie…con il vostro stipendio più o meno meritato ma almeno non occupatevi di sindacare quali mezzi siano adatti a raccontare un dramma di vita…che voi per vostra fortuna non conoscete.

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