Moretti: “Siamo sfiduciati”. Pagelle: Cavaliero in crisi

L'allenatore ammette: "Il nostro attacco è in grande difficoltà". Tante le insufficienze tra i biancorossi: Anosike si salva con le cifre, il capitano non ne azzecca una

Openjobmetis Varese - Rosa Radom 62-69

«Siamo partiti bene, concentrati e con il giusto approccio – è l’analisi a caldo di Paolo Moretti negli spogliatoi del palazzetto di Usak – controllando cioé il ritmo del gioco, che era quello che dovevamo provare a fare per vincere qui, ma nel secondo quarto ci siamo bloccati: purtroppo in questa prima parte di stagione di Champions League è una cosa che è capitata di frequente. Stasera poi abbiamo sofferto l’atletismo e la fisicità di Usak e questo ci ha portato a fare tanti tiri forzati e tanti cambi. Tutto questo ha creato quel vantaggio che ha girato l’inerzia della partita, togliendoci fiducia».

Un termine quest’ultimo su cui il tecnico ritorna più volte: «Ecco, in questo momento siamo sfiduciati e per questo motivo si spiegano i tanti errori anche da sotto e ai tiri liberi. Nella seconda parte di gara abbiamo provato a resistere tornando anche sotto di dieci punti ma non eravamo in controllo per poter far girare la partita a nostro favore. Dobbiamo resettare, ritrovare la fiducia e la voglia di lottare nonostante il nostro attacco sia davvero in grande difficoltà; dovremo provare ad affrontare al meglio il prossimo impegno casalingo di Champions contro i tedeschi di Oldenburg, forse l’ultima possibilità che abbiamo per andare avanti in questa competizione».

P A G E L L E

ANOSIKE 6 – Gonfia le statistiche a partita già finita, ma è pur vero che non è neppure giusto gettare il bambino con l’acqua sporca: al netto di errori talvolta marchiani, il pivot sta per lo meno al suo posto cercando di fare il proprio dovere fino in fondo.

MAYNOR 5 – Forse si avvicina al taglio, visto che Moretti a un certo punto smette di utilizzarlo, ma ci pare di poter dire che questa sera non è stato l’artefice del tracollo. Anzitutto perché, da solo, aveva respinto la prima spallata turca, poi perché con lui in campo qualche geometria si è vista, rispetto allo scempio successivo.

AVRAMOVIC 5 – La sua formazione da playmaker è ancora da completare e si vede: fino a quando ha licenza di inventare fuori dallo spartito incide sulle partite, quando però si richiede ordine per sé e per i compagni fa ancora molta fatica. E tutti ne risentono.

PELLE 4,5 – Benedetto figliolo, ok che vivi quattro metri sopra il cielo, con buona pace di Moccia, però il basket è anche tanto altro. E in questo tanto altro c’è pure l’evitare di prendere falli tecnici inutili e dannosi. Animo, e lavoro.

BULLERI 5 – Meccanico esperto, aveva fatto girare in qualche modo il motore ammaccato di Varese contro Brescia, ma in Turchia l’avaria ha la meglio anche sulle sue capacità.

CAVALIERO 4,5 – Forse il peggiore, anche se è una gara poco invidiabile. Da qualche partita ha perso lo smalto visto tre o quattro settimane fa, accompagnando questo calo con prestazioni balistiche vietate ai minori. 0/5, stavolta, anche quando i tiri sono stati costruiti bene.

KANGUR 5,5 – Voto che resta lì tra un “s. v.”, un 6 di stima e un 5 per il rendimento, anche se nell’impatto difensivo iniziale c’è la sua impronta. Poi non gioca più.

FERRERO 6 – Soldatino pronto a scattare in campo, almeno si muove come quelli che hanno voglia di sfruttare i minuti che gli vengono concessi (più di Canavesi, s.v., che sta sul parquet senza farsi mai notare). Dentro quando Varese curiosamente risale fino a -10, mette anche un paio di bei canestri.

EYENGA 5 – Troppo football americano, nel tempo libero, altrimenti non ci spieghiamo cosa lo spinga a ricevere il pallone, infilarlo sotto il braccio e provare a valicare ogni volta con la forza la linea difensiva avversaria. Non arrivando quasi mai in touchdown, tra l’altro.

JOHNSON 5Pòr nanìn, dispiace anche parlarne male perché quando vede il canestro prova a rinverdire i fasti di quand’era all’università e tante cose gli riuscivano. Qui però deve fare tutto con meno spazi e più rapidamente e non è la stessa cosa, anche se a babbo quasi morto rianima la squadra con l’unica tripla e un bel cesto in entrata. Ma si ferma lì.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Novembre 2016
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