Storie di resistenza femminile al Teatrostudio

Un reportage teatrale a cura della giornalista del Corriere Livia Grossi

Lac Varie

Il cartellone di LuganoInScena si arricchisce di un nuovo e imperdibile appuntamento: sabato 26 novembre alle ore 18:30 in Teatrostudio la giornalista del Corriere della Sera Livia Grossi propone un reportage teatrale in cui sono raccolte storie di resistenza al femminile.

Il valore della donna come individuo al di là dei tradizionali ruoli sociali di madre, moglie e figlia. Il diritto di esistere e il prezzo che si paga. Un viaggio tra parole e musica che s’interroga sull’identità individuale e pubblica, sull’informazione e la sua reale condivisione. In scena riflessioni e testimonianze di donne italiane e straniere, e un ironico monologo sui requisiti necessari per ottenere la Carta d’identità di Donna.

Storie di resistenza al femminile raccolte sul campo da Livia Grossi, giornalista del Corriere della Sera, qui proposte, in un unico reportage teatrale, pagine di Giornale Parlato. Un reading in continuo aggiornamento. Spettacolo gratuito, è preferibile la prenotazione via e-mail: produzione@luganoinscena.ch Tra le donne intervistate Pushka (Albania), vergine giurata. Una donna di 66 anni che da oltre 40 anni ha deciso di diventare un “uomo” per difendere diritti e dignità. Un cambio d’identità sociale non biologico, la donna si veste, si comporta e pensa come un vero uomo e come tale viene considerata dalla comunità maschile. Maria (Sud America) rifugiata politica. Una storia vera, anonima per rispetto. Una donna arrestata con l’accusa di terrorismo, liberata in seguito alla sua riconosciuta innocenza dopo 8 anni di carcere. Una testimonianza che dichiara la vittoria di una donna che non ha mai perso il coraggio e la fiducia in se stessa e nella Giustizia. Una storia di abuso di potere che supera confini geografici e temporali: c’è un inserto importante sulla Milano del 1978, l’anno del sequestro Moro. Marietu ‘Ndaye (Senegal), una delle portavoce contro la mutilazione genitale femminile. Un’Antigone africana di 46 anni che dopo che dopo aver visto morire le sue figlie per infibulazione ha deciso di ribellarsi alla “tradizione” che impone a tutte le bambine di 6-7 anni di venire amputate e cucite fino alla prima notte di matrimonio. Marietu, una donna analfabeta che con l’aiuto di un Ong locale e l’Unicef italiana, è riuscita a creare in 10 anni di lavoro di capanna in capanna, un enorme movimento di donne che ha fatto cambiare le leggi del Parlamento di Dakar.

Biografia Livia Grossi è una giornalista free lance che da oltre 15 anni si occupa di teatro e cultura per le pagine milanesi del Corriere della Sera. L’amore per i viaggi l’ha portata a realizzare alcuni reportage. Da qualche tempo i servizi realizzati in Africa, Albania e Sud America sono diventati “reading teatrali” o meglio pagine di “Giornale Parlato”: una forma di giornalismo detto in scena, come se il palco fosse una pagina di un magazine, con contributi fotografici, interviste in video, musica dal vivo, e la giornalista che “dice il pezzo” guardando negli occhi il lettore.

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Pubblicato il 21 Novembre 2016
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