Bende, stracci e reggiseni: così gli incivili intasano le fogne e inquinano il lago
Sconcertante la causa dell'ultimo sversamento di liquami nel Ceresio: le stazioni di pompaggio bloccate da rifiuti gettati nel water
Scarpe, stracci, reggiseni. Ma anche garze, bende, pannolini e ogni sorta di rifiuto che una persona normale mai si sognerebbe di gettare nel water. Sono rimasti esterrefatti il vicesindaco di Porto Ceresio Franco Pozzi e i tecnici della manutenzione, intervenuti nei giorni scorsi per verificare le cause dell’ennesimo sversamento di liquami nel Ceresio, quando hanno scoperto cosa aveva fermato le pompe che portano le acque nere del paese fino al depuratore di Cuasso al Monte.
“Nei giorni successivi alle piogge abbondanti di novembre si erano verificati di nuovo versamenti di acqua fognaria nel Ceresio, dalla stazione di pompaggio di piazzale Luraschi – racconta Pozzi – Pensavamo al malfunzionamento di una o più pompe, ma quando abbiamo aperto per controllare le abbiamo trovate intasate di ogni genere di rifiuto: abbiamo trovato mutande, stracci, foulard, garze, bende, pannolini, calze, di tutto e di più. Persino una scarpa da bambino! Risultato: due pompe bruciate, costi aggiuntivi per la comunità, disagi, inquinamento del lago. E questo grazie a quei cittadini che si divertono a buttare tutto questo nelle fogne”.
Una vera e propria dimostrazione di inciviltà che colpisce con danni economici tutta la collettività e che arreca un danno notevole all’ambiente, dal momento che i liquami finiscono poi nel lago di fronte a quella che è la più apprezzata località turistica sulla sponda italiana del Ceresio.
Difficile risalire ai colpevoli, ma Pozzi non ha dubbi sulla zona di provenienza: “Questa schifezza arriva dalle vie Matteotti, Farioli, Butti, Mazzini e piazza Bossi“.
Ma è possibile un’altra spiegazione? Quei rifiuti potrebbero essere finiti nelle stazioni di pompaggio per altre vie? “No – risponde il vicesindaco – a meno che qualcuno non si diverta ad alzare i tombini della rete fognaria e gettarci dentro queste cose. Mi sembra un’ipotesi davvero poco credibile”.
Ora la situazione è stata ripristinata: “Due pompe sono state aggiustte e ripulite e sono tornate in funzione, la terza è in riparazione – conclude Pozzi – Ci auguriamo davvero di non dover più riscontrare problemi del genere”.
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Ma è molto semplice….ai residenti delle suddette vie si fa recapitare a casa una multa di euro 50.
Si chiama rieducazione forzata ed è l’unico modo per cercare di fare entrare nel recinto persone che si comportano come bestie.
O spuntano i colpevoli o pagano tutti.