Il mistero della donna dei Mulini
Scolpita in marmo di Candoglia, opera del celebre scultore Felice Mina, è stata ritrovata in un sottotetto dei mulini. E oggi è in mostra nello stesso luogo in cui fu riscoperta
Un viso di donna ricomparso dal passato. Chi è la ragazza dei Mulini del Trotto? È l’affascinante quesito legato alla scultura di Felice Mina, celebre artista milanese che – ormai anziano – si ritirò proprio ai Mulini di Cantello.
Felice Mina è stato uno tra i più importanti scultori figurativi del Novecento: candidato tra l’altro all’Ambrogino d’Oro milanese del 2016, il suo nome è citato spesso accanto a quello di altri grandi artisti “classici” del secolo scorso, come Marino Marini e Giacomo Manzù. Nato a Cagno in provincia di Como, dopo una vita spesa a Milano tra la scuola superiore d’arte al Castello Sforzesco e lo studio di via Mac Mahon, negli anni Settanta ammalato e desideroso di tornare tra le terre che lo videro crescere come uomo e come artista, trasferì lo studio a Cantello con deposito e magazzino presso alcuni locali di proprietà al Molino. La polvere del tempo ricoprì poi ogni cosa e, lentamente, anche i ricordi si persero nell’oblio. «Durante alcuni lavori nel sottotetto,al riparo di antiche travi di castagno, tra opere in gesso che mai hanno poi preso forma, mille cianfrusaglie, tra tegole e paglia, nascosta sotto un vecchio comodino malandato è emersa anche una stupenda testa di donna firmata e datata dall’autore nel lontano 1943» spiega Romolo Riboldi.
«La pregevole rifinitura, l’impostazione classica , sobria e curatissima ne fanno un chiarissimo esempio dello stile dell’artista. Ma chi era la donna ritratta con tanta cura e perfezione? Ricercando con pazienza tra le foto delle modelle che per lui posarono non sono stati però trovati visi, che la possano incasellare come una di loro. Era dunque una cliente? O la moglie o chissà l’amante di qualche facoltoso personaggio? Di certo non si tratta di donna di spettacolo , avezza alla ribalta come un’attrice ,una cantante o una ballerina. Analizzandone l’acconciatura (una compostissima treccia ad aureola, di solito usata per raffigurare virtù come la purezza e la fedeltà in contrapposizone ai capelli sciolti simbolo di libertà, emancipazione ed erotismo ) ne farebbero propendere l’attribuzione ad una donna dal viso nobile e dolce, madre e moglie fedele ma anche dal destino triste legato ad una morte forse prematura». Felice Mina durante i bombardamenti su Milano della seconda guerra mondiale ebbe lo studio completamente devastato e tra le ipotesi avanzate anche quella che la donna ritratta fosse forse un’amica o la moglie di qualche committente perita sotto le bombe (Mina è conosciuto anche per numerose e pregevoli opere funebri nei cimiteri monumentali milanesi).
«Non lo sapremo mai… è però possibile ammirarla nello splendore armonioso e pacato del bianco marmo di Candoglia (lo stesso del duomo di Milano) in cui è stata così mirabilmente ritratta». L’appuntamento è nella meravigliosa veste natalizia del Molino che, stupendamente illuminato nelle forme, nelle ruote e nel pontile vi aspetta ogni sera dall’1 all’8 gennaio dalle 17 alle 19. Il Molino è facilmente raggiungibile da Malnate seguendo le indicazioni per Cagno in piazza Vittorio Veneto (Comune). Da qui, dopo un paio di chilometri, prendere a sinistra per Cantello e Molino Trotto.
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