Monti: “Con la deroga del Ministero riapriremo il punto nascita”

Lo ha dichiarato durante un confronto con i consiglieri regionali Alfieri, Macchi e Cremonesi. Da parte di tutti l'impegno a portare avanti le istanze dei cittadini

angera varie

C’erano le mamme che si stanno opponendo alla chiusura del punto nascite dell’ospedale di Angera ma anche tanti cittadini, sindaci, medici e personale dell’Ondoli. In molti hanno risposto all’invito del Comitato per l’Ondoli ad essere presenti al confronto tra politici locali e regionali sul futuro della struttura. L’incontro è stato moderato da Lorenzo Franzetti che ha ricostruito i fatti che hanno segnato le ultime settimane di vita dell’ospedale: dalla chiusura del punto nascita e della pediatria alla protesta delle mamme e dei cittadini, nata da un gruppo di Facebook diventato in pochissimi giorni il riferimento (più di tremila gli iscritti) di tutti coloro che chiedono la riapertura dei reparti chiusi.

LE RICHIESTE DEL COMITATO

«Dalla sera alla mattina sono stati chiusi due reparti senza avvisare personale medico e comunità di riferimento – ha detto il portavoce del comitato Marco Brovelli – Io lo trovo vergognoso. La nostra preoccupazione è che si ponga rimedio a questo errore. La nostra comunità non se lo merita e non ci possiamo permettere di perdere questi e altri servizi fondamentali come l’oncoclogia e la chirurgia. Non chiediamo miracoli ma che i servizi vengano garantiti».

L’IMPEGNO DEI CONSIGLIERI

«È una battaglia fondamentale quella per poter scegliere dove far nascere i propri figli – ha premesso il consigliere regionale leghista Emanuele Monti -. In regione abbiamo fatto il possibile per chiedere una deroga per gli ospedali come quello di Angera. La vostra protesta – ha detto riferendosi alle mamme da quattro giorni in presidio in ospedale – ha smosso la politica a tutti i livelli e mi impegnerò per far riaprire entro la fine dell’anno il punto nascite e insieme ad esso la pediatria. Ma deve esserci la firma del ministro. La mancanza di pediatri in ogni caso non deve essere una scusa».

Per il consigliere regionale del pd Alessandro Alfieri c’è un punto in questa vicenda che mette d’accordo tutti: «Non si può chiudere un reparto in questo modo, doveva essere prevista una fase transitoria e non si possono prendere queste decisioni senza coinvolgere i territori. In consiglio regionale abbiamo fatto una battaglia per il coinvolgimento dei sindaci nelle scelte di programmazione socio sanitaria, purtroppo è stata recepita solo in parte e in questo caso si è vista quanto sarebbe stato importante. In questo caso quello che decideranno gli amministratori locali ci impegneremo a portarlo avanti». Alfieri ha ricordato inoltre che alla base dei provvedimenti che hanno portato alla chiusura dei punto nascite sotto i 500 parti c’è una conferenza stato regioni del 2010 e non un provvedimento del Ministero. 

«Angera è l’unico punto nascita che è stato chiuso in Lombardia – ha sottolineato la consigliera regionale 5 Stelle, Paola Macchi – ma non è l’unica anomalia che riguarda questo ospedale: anche la differenza tra territorio e ospedale (territorio sotto VArese e ospedale sotto ASST Valle Olona, ndr) rappresenta un problema. È la chiusura del punto nascite è collegato anche a questo perché si creano delle distorsioni». Paola Macchi ha spiegato inoltre che sarà presentata una richiesta di variazione al bilancio per stanziare le risorse per adeguare il punto nascita di Angera e ha concluso chiedendo ai vertici di Regione Lombardia di contattare il direttore generale dell’Asst per dare impostazioni precise su un’eventuale riapertura.

angera varie

«Ci troviamo di fronte a un rimpallo di responsabilità ma il problema rimane – ha commentato la consigliera di Sel, Chiara Cremonesi -. Abbiamo presentato un’ interrogazione per chiedere al ministro Lorenzin di esprimersi su questo caso».

All’incontro sono intervenuti anche i sindaci di Angera, Alessandro Molgora, di Vergiate, Maurizio Leorato, di Cadrezzate, Cristian Robustellini e di Osmate, Emanuele Duca, Rina Di Spirito che ha letto un messaggio del consigliere regionale Luca Marsico, il sindacalista Antonio Negro che ha chiesto ai vertici dell’Asst di prendersi le responsabilità di quanto accaduto e il vice presidente della provincia Marco Magrini che ha sottolineato gli aspetti problematici della legge di riforma della sanità e in particolare la necessità di tutelare il futuro dei piccoli ospedali.

.

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it

Mi piace andare alla ricerca di piccole storie, cercare la bellezza dietro casa, scoprire idee slow in un mondo fast. E naturalmente condividerlo. Se credi che sia un valore, sostienici.

Pubblicato il 14 Dicembre 2016
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Avatar
    Scritto da fortebraccio

    Boh, mi chiedo se qualcuno abbia realmente capito la pericolosità per le partorienti ed i propri figli di affidarsi ad un punto nascita con meno di 1000 parti/anno – perché questa dovrebbe essere l’unica domanda valida!
    Il DG/DS della ASST di Busto/Gallarate (nonchè i primari di ginecologia e pediatria) sono stati ‘poco cortesi’ coi colleghi? Può darsi, anzi, ci credo!
    Ma tenere in vita quei due reparti è pericoloso: sindaci e politici devono farsene una ragione e farla capire ai loro concittadini!

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.