Senza lavoro ero infelice e sovrappeso. Oggi ho la serenità e peso 60 Kg. in meno

La stabilità professionale può cambiarti la vita. Lo sa bene Igor, 41 anni, tre figli e una moglie disoccupata che, dopo la crisi, oggi lavora alla Mcg. Come Flavio e Stefano, due storie diverse per un unico lieto fine

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Quanto conta il benessere aziendale, il clima di collaborazione tra titolari e dipendenti, il fatto di sentirsi al sicuro dalla crisi economica ma anche da quelle personali? Chiedetelo a Igor Carpentino (41 anni), Flavio Manfrin (50) e Stefano Giamberini (30). Da quando sono entrati a far parte della Mcg di Jerago con Orago, la loro vita è cambiata. In meglio. Tutti e tre sono arrivati da situazioni di instabilità lavorativa: chi dalla piena incertezza del lavoro saltuario, chi dalle liste di mobilità e chi dalla cassa integrazione.

La storia la si conosce: imprese in difficoltà, lo stop delle commesse, ambienti lavorativi a volte difficili, la fatica di uscire la sera dall’azienda senza sapere se, il giorno dopo, il posto ci sarebbe stato ancora. Igor se l’è vista brutta: tre figli, la moglie disoccupata, la ricerca spossante di un impiego. Per sbarcare il lunario fa di tutto e, assecondando la sua grande passione per la pesca sportiva, vende esche di ogni tipo di negozio in negozio. Ma non basta. Alla Mcg ci arriva con un contratto part-time poi trasformato nel 2012 in tempo indeterminato: pesa 146 Kg. Oggi ha ritrovato una serenità che passa direttamente dalla stabilità del suo lavoro: ha perso i 60 Kg. di troppo, è in forma fisicamente e spiritualmente, «è un uomo che si mette in gioco e tende sempre a risolvere i problemi: abbiamo apprezzato i suoi sforzi ed è un collaboratore valido», fanno sapere i titolari.

La storia di Flavio è leggermente diversa, ma ha un lieto fine che è bello raccontare. Nei suoi precedenti lavori era in balia di sé stesso. Nessuna comunicazione da parte dell’azienda, richiesta di disponibilità assoluta e pochi – se non inesistenti – i preavvisi per i cambi di turno: «Alla notizia della sua assunzione, qui in Mcg, si è quasi commosso. E ci ha detto “mi sembra di tornare a casa”. Da allora, in questa azienda ha messo in circolo tutta la sua professionalità», incalza Elena Ghiringhelli.

Stefano Giamberini è il più giovane della squadra: terminata la scuola secondaria entra in un’azienda meccanica. Tutto bene fino a quando il lavoro rallenta, arriva la cassa integrazione, si chiude. Dalla meccanica passa ad un’impresa farmaceutica e il lavoro è quasi “a chiamata”. Stefano resiste, ma poi tutto si fa più complicato. Arriva così alla Mcg, e lì decidono di metterlo alla prova: «Lo iscriviamo ad un corso di formazione per la programmazione delle macchine a controllo numerico, perché in un’azienda non si devono mai lasciare spazi vuoti», conclude Elena. E così è stato: ora alla Mcg tutte le macchine possono funzionare tranquillamente, perché la formazione è una parola che si mette in pratica.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 09 Dicembre 2016
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