Alle medie si legge Levi per non dimenticare

Una tradizione partita nel 2002 e che ogni anno si ripete: la lettura di "Se questo è un uomo" del grande scrittore piemontese

Avarie

Anche quest’anno le scuole medie luinese ricorderanno, venerdì 27 gennaio, il Giorno della Memoria.
E lo faranno col tradizionale minuto di silenzio, in tutte le classi, a mezzogiorno, con la lettura commentata della poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo”, e con gli interventi dei docenti di Italiano e/o Storia delle classi terze che, in autonomia, organizzano, con testi o filmati una lezione “per non dimenticare” questa triste pagina del programma storico-letterario della classe.
«Ricordo che il minuto di silenzio e la lettura della poesia di Primo Levi sono una tradizione che nella nostra scuola è iniziata già dal lontano 2002, quando “la Giornata della Memoria” non era commemorata come in questi ultimi anni», scrive il professor Gianni Petrotta.

Sempre per commemorare la Giornata della Memoria, mercoledì 18 scorso, alcune classi della scuola sono state al Teatro Sociale di Luino a vedere lo spettacolo “Se questo è un uomo” di Primo Levi. Ecco la relazione dell’alunna Angelica della classe II B.

RELAZIONE TEATRO
(Primo Levi, ”Se questo è un uomo”)
Mercoledì 18 gennaio 2017, alla terza ora, io e la mia classe, accompagnati dal nostro professore di Italiano, siamo andati al Teatro Sociale di Luino per assistere alla rappresentazione teatrale di “Se questo è un uomo” di Primo Levi.
Lo spettacolo racconta l’esperienza vissuta personalmente da Primo Levi ad Auschwitz, un campo di concentramento. Un attore dello spettacolo, prima di iniziare a recitare, ci ha spiegato che la vita nei campi di concentramento era molto difficile, gli Ebrei erano obbligati a svolgere lavori forzati in pessime condizioni (camminavano nel fango, soffrivano la fame e il freddo). Ci ha pure detto che ogni persona veniva marchiata con un numero (Primo Levi aveva il numero 174517). Nei campi di concentramento c’erano persone provenienti da tutto il mondo e che quindi non si capivano fra di loro. La mancanza di comunicazione fra i prigionieri portava spesso ad una solitudine dolorosa.
Grazie ai suoi studi in chimica, alla sua conoscenza della lingua tedesca e alla fortuna, Primo Levi non venne ucciso.
La rappresentazione teatrale mi è piaciuta molto, sia per le musiche di sottofondo e le luci utilizzate, sia per la bravura degli artisti nel recitare la storia del romanzo. Ho capito dalle loro parole che non dobbiamo, come ha fatto Primo Levi, dimenticare ciò che è accaduto durante la Seconda guerra mondiale a milioni di Ebrei.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Gennaio 2017
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