Impianto per il trattamento dell’umido, ora si fa sul serio

Pubblicato da Amga il bando di gara per la realizzazione e la gestione di un grosso centro per il trattamento della Forsu che produrrà biogas. Tratterà 40 mila tonnellate all'anno di rifiuti

area impianto biogas umido via novara legnano

Il bando di gara per la realizzazione del centro di compostaggio dell’umido e per la centrale a biogas è stato pubblicato ieri, 16 gennaio, e prevede un investimento da 16 milioni di euro per realizzare un impianto che alla massima potenza potrà trattare 40 mila tonnellate all’anno di rifiuto umido da trasformare in terriccio e gas che verrà utilizzato per dare energia e calore all’intero impianto e immetterne una parte in rete per scaldare e dare energia ai privati.

L’annuncio è stato dato questa mattina, martedì, dai vertici di Amga e Ala e dall’assessore al bilancio del comune di Legnano. L’impianto sorgerà nel terreno da 23 mila metri quadri, adiacente alla piattaforma ecologica di Ala in via Novara. L’area è situata nella zona a cavallo tra Legnano, Busto Arsizio e Villa Cortese. «Verrà costruito un impianto innovativo di biodigestione dell’umido, secondo le tecnologie più moderne sul mercato – spiega Lorenzo Fommei, direttore generale di Amga – i criteri del bando stabiliscono che l’impianto dovrà smaltire le 20 mila tonnellate prodotte dai cittadini serviti da Aemme Linea Ambiente mentre il resto potrà essere recuperato sul mercato dal gestore dell’impianto».

Gianni Geroldi, presidente del gruppo Amga, sottolinea l’importante obiettivo centrato dopo un lungo percorso: «In molti sia in Amga che in Ala hanno lavorato alacremente a questo progetto che prende finalmente il via in linea con i tempi dettati dall’autorizzazione rilasciata da Città Metropolitana». Si tratta del secondo tentativo messo in atto da Legnano per giungere ad avere un impianto di trattamento della frazione umida del rifiuto dopo quello abortito negli anni precedenti e per il quale è anche in corso un’indagine della Guardia di Finanza.

I lavori di realizzazione dell’impianto dovranno iniziare entro il 9 dicembre di quest’anno, data della scadenza dell’autorizzazione, mentre il soggetto aggiudicatario del bando sarà svelato a giugno. L’apertura dell’impianto è prevista per il gennaio del 2019.

L’assessore Pier Antonio Luminari è convinto della scelta, che ha causato anche qualche malumore da parte di alcuni soci di Accam: «Io sono convinto che i contrasti con i nostri vicini di Busto Arsizio giungeranno ad un giusto accordo per il bene del territorio – ha detto l’assessore – l’impianto di via Novara potrà accogliere l’umido di tutta l’area tra Altomilanese e Basso Varesotto. Prima si farà questo accordo e prima i cittadini potranno beneficiare di una diminuzione della Tari».

Secondo i dati forniti dalla società di gestione integrata dei rifiuti legnanese la sola Busto produrrebbe 10 mila tonnellate all’anno che, sommati agli altri 10 mila prodotti dai comuni del comprensorio non serviti ancora da Ala, potrebbero saturare senza problemi la capacità della struttura di via Novara.

Converrà a tutti. L’impianto, infatti, offrirà dei costi di smaltimento inferiori del 30% rispetto alla media di impianti di questo genere, senza contare che i costi di trasporto verrebbero abbattuti perchè i camion dovranno fare viaggi molto più brevi di quelli attuali: nel bando di gara è specificato che lo smaltimento dell’umido non potrà superare il costo di 75 euro a tonnellata, a fronte dei circa 100 che sono richiesti ora.

Per quanto riguarda l’impatto ambientale Amga e Ala assicurano che il processo avviene tutto al chiuso e che l’impatto delle puzze dovrebbe essere ridotto al minimo grazie ad un sistema all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. Certamente questo impianto non avrà vita facile: i No Biogas sono già all’opera da tempo e a loro potrebbero unirsi altri comitati della vicina Busto Arsizio pronti ad abbracciare una nuova battaglia dopo quella di Accam.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Gennaio 2017
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