No all’abbattimento dei lupi

L'associazione Guide Ambientali Escursionistiche Italiane prende posizione contro l'ipotesi di abbattere alcuni esemplari di lupi presenti sul territorio nazionale

Avarie

Il lupo torna spesso a far parlare di se in questi ultimi mesi.

Nei giorni scorsi sul tema era intervenuta la Lipu di Varese ribadendo un chiaro no all’ipotesi di intervento per contenere la diffusione degli esemplari. Oggi è il turno di un’altra importante associazione, l’Aigae.

“Riteniamo che sia da contrastare l’ipotesi di abbattere i lupi sul territorio nazionale, paventata dal Piano del Ministero dell’Ambiente  che andrà al voto il 2 Febbraio. Aigae ritiene che l’ipotesi che si sta affacciando di abbattere individui di alcune popolazioni locali di lupo, giustificata dalla ricerca di un “equilibrio” tra la specie selvatica e l’attività umana, sia da contrastare”. Lo ha affermato oggi  Stefano Spinetti , Presidente Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche Italiane AIGAE.

“E’ vero che la ricolonizzazione di aree rurali da parte del lupo può costituire un problema per gli allevatori e i cacciatori, ma l’Aigae è comunque fortemente contraria alla concessione di deroghe alle norme – ha proseguito Spinetti –  che proteggono la specie per la sua conservazione di lungo periodo. Sebbene la popolazione nazionale del lupo possa essere in rapida ripresa, non esistono ancora dati scientificamente robusti sulla distribuzione ed abbondanza del carnivoro in Italia che attestino il raggiungimento di una sua condizione sicuramente favorevole nel lungo periodo. Nel Piano di Conservazione e Gestione Lupo del Ministero dell’Ambiente, che come ultima delle 22 azioni , prevedrebbe l’abbattimento, si parla di due popolazioni arbitrariamente distinte, Alpina ed Appenninica, solo ai fini gestionali e, grazie ad un monitoraggio svolto secondo un protocollo condiviso dagli esperti, solo recentemente è stato confermato che sulle Alpi il lupo è ancora lungi da essere fuori pericolo. Ciò è dovuto anche al pesante impatto del bracconaggio e di altre cause di morte come le collisioni con autoveicoli”.

I PUNTI A SFAVORE DELL’IPOTESI ABBATTIMENTO

“Concedere alle Regioni la possibilità di abbattere alcuni esemplari, anche se a certe condizioni, al solo scopo di assecondare le istanze di una parte del mondo agricolo e venatorio, non solo è inaccettabile da un punto di vista di conservazione della specie ma è pericoloso anche per l’economia degli allevatori  – ha continuato Spinetti –  e per il contrasto al bracconaggio. Anche gli zoologi parlano di intervento senza fondamento scientifico ma, forse, socialmente utile.  Infatti, diversi recenti studi internazionali, condotti in aree dove il lupo è cacciato, confermano che uccidere degli esemplari può comportare per i sopravvissuti, oltre alla destrutturazione del branco a cui appartengono, anche la perdita della capacità di predare in gruppo la fauna selvatica, specie il cinghiale, con conseguente rischio di aumento degli attacchi alla fauna domestica. E’ invece indispensabile incrementare e migliorare l’attività di comunicazione sul lupo rivolta all’opinione pubblica in generale e alle comunità rurali interessate, per accrescere il grado di conoscenza e ridurre la circolazione dei tanti luoghi comuni e falsità sulla specie, che spesso godono della eco di qualche media”.

PUNTARE SU MIX METODI DI COESISTENZA COL LUPO

“Aigae promuove invece la coesistenza tra uomo e lupo – ha conclusoSpinetti –  con i metodi ampiamente sperimentati, efficaci e che escludono l’uccisione. Metodi accessibili anche grazie ai fondi messi a disposizione dalla CEE per l’agricoltura, come: la sorveglianza del pascolo, la presenza di buoni cani da guardiania di razza pastore abruzzese -maremmano, le recinzioni fisse e mobili elettrificate. Nella stragrande maggioranza la combinazione di questi strumenti possono ridurre notevolmente il rischio. E’ di fondamentale importanza però che queste soluzioni siano messe in campo in modo tecnicamente corretto e ben gestite, per essere efficaci. Dunque ricorrendo anche al supporto di specialisti biologi, naturalisti o agronomo-forestali.

Molto importanti sono anche il miglioramento della gestione dell’indennizzo del danno, la lotta al randagismo e vagantismo caninoche provoca forti danni, anche all’interno delle aree protette, alla zootecnia, alla fauna selvatica e allo stesso lupo, minacciato sia dalla perdita di identità genetica per incrocio con il cane domestico, sia dalle malattie come il cimurro canino.

 RAFFORZARE LA COMUNICAZIONE

Altrettanto strategico e prioritario per Aigae è, oltre alla lotta al bracconaggio, il rafforzamento delle iniziative di comunicazione e di corretta informazione verso la popolazione, da attuarsi anche con iniziative di divulgazione gestite da Guide Ambientali Escursionistiche”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Gennaio 2017
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