Torto marcio anche a Gallarate
Il quarto romanzo di Alessandro Robecchi cita anche la cittadina del Varesotto. Le avventure del solito Carlo Monterossi stavolta si intrecciano con assassinii che ci riportano a questioni sociali aperte e drammatiche
“Sta per ordinarlo online sul sito del suo spacciatore di fiducia, ma poi pensa: quasi quasi ci vado. Gallarate, mezz’oretta se non c’è traffico, così può cercare qualche altra chicca e fare due chiacchiere col padrone del negozio, uno che la sa lunga e gli può dire se ci sono altri arrivi interessanti…”
Carlo Monterossi stava cercando il disco del concerto di Bob Dylan a Santiago del Cile nel 1998. Il suo “spacciatore di fiducia” è senza dubbio Paolo Carù da decenni punto di riferimento degli amanti della musica.
L’ultimo racconto di Alessandro Robecchi con lo storico negozio di Gallarate entra anche nel Varesotto.
“Torto marcio” è il quarto romanzo di Alessandro Robecchi. Sempre per quelli della Sellerio il giornalista/scrittore milanese aveva iniziato pubblicare nel 2014 con “Questa non è una canzone d’amore”.
Con Robecchi la casa editrice siciliana conferma il suo potente fiuto per eccellenti autori di libri polizieschi.
Torto marcio in realtà è qualcosa di più di un semplice romanzo giallo. Sullo sfondo di una Milano cambiata e più moderna si innestano storie del secolo scorso con ferite mai chiuse e anche fenomeni sociali scottanti.
La forte ironia del primo lavoro, pur restando un tratto della scrittura di Robecchi, è più sfumata. I protagonisti sono ancora gli stessi. Carlo Monterossi, ormai alla fine dell’esperienza professionale come autore di una popolare trasmissione televisiva che considera “la fabbrica della merda” è il solido punto di riferimento del racconto. Spesso si muove in coppia con Oscar Falcone, giovane reporter a caccia di scoop e di inchieste giornalistiche. Con loro c’è un’altra coppia, quella dei poliziotti Carella e Ghezzi, molto diversi tra loro, anche per ragioni anagrafiche, ma entrambi determinati a trovare le soluzioni ai difficili casi che gli si presentano.
Come per gli altri romanzi gli eventi accadono principalmente a Milano. Questa volta sono due omicidi a dare il via alle danze. Uno dopo l’altro vengono assassinati due uomini e l’elemento che li accomuna è un sasso lasciato sopra la vittima.
Questa volta le storie si intrecciano senza un’apparente nesso. Con notevole abilità Robecchi ci porta dentro ambienti diversi. Con un gran ritmo e uno stile asciutto apre scenari su problematiche che conosciamo per averli sentiti spesso raccontati in tv o scritti sui giornali.
Il giornalismo è sempre lì a far da sottofondo. L’autore che ben conosce quel mondo è tagliente in vari passaggi del libro.
“Tutti i quotidiani hanno il giallo dei sassi in prima pagina. Quelli che non aprono con le Borse in picchiata ci fanno addirittura il titolo principale, ed è un florilegio di fantasie macabre, un ricamo micidiale, una filigrana di paura punteggiata di allarme. «Milano, il killer dei sassi», «Due sassi, due morti: terrore a Milano», «Lo spettro del terrorismo scuote Milano», «Milano trema», e anche un fantasioso «La Milano-bene presa a sassate».”
Torto marcio è un gran libro. Coraggioso e profondo. Come si può leggere in una recensione lasciata da un lettore, “ne esce, specie negli ultimi capitoli, un quadro potente e provocante, che interroga la coscienza di chi legge sulle questioni drammatiche e non risolte di una società divisa e sempre più ineguale ed escludente, di cui Milano (città in cui è ambientata la serie) rappresenta un simbolo evidente: un modo intelligente di far pensare, senza appesantimenti seriosi, all’interno di una trama che non vuole solo incuriosire e coinvolgere per la tensione dei fatti che si susseguono e sorprendere per le soluzioni spiazzanti delle pagine finali”.
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