Una “festa della fede” per l’ultimo saluto al professor Viotto

E' stato partecipato, intimo e sereno, una vera "festa della fede" il funerale varesino del grande storico e pedagogista, nella chiesa San Massimiliano Kolbe, colma di amici, parenti e discepoli.

Tanta stima per l’uomo di cultura, felicità e pietas per l’uomo spirituale che ha finalmente raggiunto “la sua cara Giovanna” ed è andato “al piano di sopra” come desiderava, cioè dopo una lunga vita di passione per la cultura e l’uomo, e “senza disturbare” con lunghe malattie.

E’ stato un funerale di cuore, intimo malgrado il grande numero di persone che ha riempito la grande chiesa Massimiliano Kolbe di Varese, quello dello storico e pedagogista Piero Viotto, nato a Pinerolo ma protagonista della vita sociale varesina da lunghi decenni come professore e preside per 20 anni del liceo Manzoni, oltre che della cultura italiana e internazionale, per i suoi lunghi e appassionati studi sul filosofo Jacques Maritain, uno dei più grandi pensatori cattolici del ‘900.

Un ultimo saluto che ha visto coinvolti moltissimi preti concelebranti – tra gli altri, l’attuale prevosto di Varese e due dei suoi predecessori, il rettore dell’Istituto salesiani, il direttore di radio missione Francescana – ma che è stato guidato dall’inizio alla fine da don Tommaso Pedroli, uno dei suoi nipoti.

L'ultimo saluto a Piero Viotto

Che ha innanzitutto ringraziato per «Le migliaia di manifestazioni di affetto che ci sono giunte, anche da persone assolutamente inaspettate» e sottolineato «I tanti sentimenti nel cuore che abbiamo per la sua morte: nonno Piero sembrava eterno e sentendo i suoi racconti sembrava avesse vissuto mille vite». Don Tommaso ha poi ricordato la figura del nonno «Non per ricordare l’uomo, ma per ricordare ciò che  il Signore ha fatto, attraverso di lui».

Un uomo dalla grande passione per la cultura e l’insegnamento, ma soprattutto  per la grande passione per la Verità: «Nonno era mosso da questa urgenza: negli ultimi tempo si definiva un “monaco laico” nella ricerca della verità. E penso che anche coloro che erano molto lontani dalle sue posizioni debbano essergli grati di questa passione».

L’uomo dal carattere difficile, che non passava inosservato, severissimo come insegnante, era in realtà un appassionato diffusore di cultura: «E’ stato definito, in questi giorni “l’ultimo dei maritaniani“: però credo che questa definizione lo avrebbe amareggiato molto: non voleva essere l’ultimo di qualcosa, lavorava piuttosto per spianare la strada a nuove coscienze. Voleva fare da apripista e testimone, fino all’ultimo. Gli sarebbe piaciuta di più l’altra definizione usata, quella di “Maestro dei maestri“». Una definizione confermata da uno dei ricordi finali, da uno dei suoi discepoli in arrivo da Roma dove ha sede l’istituto e il centro studi Jacques Maritain, dai cui è stato motore fino all’ultimo.

Un funerale sereno, reso ancora più bello da uno splendido coro “vero” con tanto di capocoro (Michele Fior) fatto radunando gli amici dei figli e dei nipoti che ha reso ancora più appassionante il momento, e ad un certo punto definito “Una festa della fede” come giustamente è, quello che per chi crede è solo un passaggio verso la Vita Eterna. 

L'ultimo saluto a Piero Viotto

E concluso addirittura con un lungo scampanio a festa (la foto iniziale dell’articolo, ferma proprio questo momento ndr): che in una occasione del genere, pur triste, era paradossalmente opportuna, e dava un senso di pace cristiana alla cerimonia.

Al termine dei funerali varesini, i parenti e gli amici più stretti si sono poi mossi verso Pinerolo, suo comune di origine, nella cui Basilica è prevista una una seconda funzione, dopo la quale Viotto verrà tumulato nella cappella di famiglia, accanto alla sua amata moglie Giovanna, sua compagna di vita per 50 anni.

 

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Gennaio 2017
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