Alfieri: “Atm–Trenord, no a fughe in avanti. 2 miliardi per strade, ponti e treni”

Il PD lombardo interviene sui nuovi assetti societari. «Il materiale rotabile è vecchio. È su questo che deve concentrare gli sforzi Regione»

I lavori nella stazione FS di Busto Arsizio

«L’ipotesi di integrazione tra Atm e Trenord è una sfida strategica che richiede serietà e massima condivisione tra i diversi attori in campo. Non servono avventurismo e dichiarazioni sgangherate, soprattutto da chi guida una società quotata in borsa. In questo quadro, non si capisce se Maroni sia dietro questa imprudente accelerazione o se ne sia lavato le mani».

A dirlo è il segretario e consigliere regionale del PD Alessandro Alfieri che, insieme al capogruppo del PD in Regione Enrico Brambilla, ha presentato le priorità del PD sulle politiche regionali di trasporto ferroviario. Diversi i temi toccati: non solo l’ipotesi di integrazione di Atm – Trenord, ma anche le operazioni societarie di FNM e la politica di investimenti della Regione in materia di mobilità ferroviaria.

«Il clima di incertezza e confusione, che dura ormai da tempo, impedisce di fare una seria programmazione di investimento per l’acquisto di nuovi treni. Questo è il vero punto di debolezza della politica regionale quando, al contrario, dovrebbe esserne la priorità – spiega Alfieri che punta il dito contro le ultime operazioni societarie di FNM fuori regione -. Maroni deve bloccare l’operazione su Verona. L’offerta di Fnm di 21 milioni, su una base d’asta di 12,5 milioni, segna un rialzo sorprendente, a maggior ragione senza avere il controllo della governance dell’azienda di trasporti veronese e ad un anno dalla scadenza del contratto. Quei soldi investiamoli in favore dei pendolari lombardi per migliorare il materiale rotabile su cui viaggiano e quindi la loro qualità della vita».

Più in generale alla Lombardia serve un piano massiccio per la manutenzione di ponti e strade e per l’acquisto di nuovi treni. Il materiale rotabile è vecchio: il 45% delle composizioni dei treni ha un’anzianità superiore a 35 anni. «È su questo che deve concentrare gli sforzi Regione Lombardia ed investire le risorse richieste da tempo da Trenord – continua -. Noi faremo la nostra parte e faremo pressione a Roma, attraverso i nostri parlamentari, affinché questi investimenti vengano esclusi dal calcolo del patto di stabilità. Al contempo la Regione collabori fattivamente con Ferrovie dello Stato la quale, nel suo piano industriale, ha previsto investimenti di 4 miliardi in nuovi treni. Visto e considerato che i nuovi treni annunciati dalla Giunta Maroni non arriveranno prima del 2020, in questa fase di transizione – conclude – la parte destinata alla Lombardia calcolata in base all’aliquota regionale, pari a 800 milioni di euro, venga investita per risollevare linee martoriate e su cui ancora tardano interventi come ad esempio la Cremona–Brescia (secondo Pendolaria una delle peggiori in Italia), la Milano–Gallarate–Luino, la Stradella–Pavia–Milano e la Lecco–Como».

«La partita dei trasporti in Lombardia vale 1.250 milioni di cui quasi 400 messi direttamente dalla Regione – conclude Brambilla -. È la seconda competenza per importanza attribuita alla Regione ma si sta procedendo senza un indirizzo chiaro, pensiamo alle strategie societarie ma anche all’integrazione, anche tariffaria, tra il trasporto su gomma e quello su ferro. Occorre un atto di indirizzo politico e per questo proporremo una mozione in Consiglio regionale che vincoli le politiche regionali in materia. La accompagneremo con un’azione politica verso il Parlamento ed il Governo perché si favorisca il piano di potenziamento e di rinnovamento del trasporto pubblico».

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Pubblicato il 16 Febbraio 2017
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