Approvato l’ultimo bilancio della Banca Popolare di Bergamo

Dal 20 febbraio la BpB confluirà in Ubi Banca. I numeri, nonostante l'impatto del piano industriale, dicono che è in buona salute. Migliora la solidità patrimoniale e diminuiscono i crediti deteriorati

Ubi Banca- Bpb generiche

Approvato il bilancio della Banca popolare di Bergamo. Di fatto è l’ultimo perché a partire dal 20 febbraio prossimo confluirà in Ubi Banca. Il 2 febbraio scorso infatti il presidente Giorgio Frigeri ha infatti firmato l’atto di fusione. (nella foto da destra Giorgio Frigeri e Marino Vago, ex vicepresidente di Confindustria)

IL PESO DEL PIANO INDUSTRIALE SUI COSTI
Su questo bilancio pesa l’attuazione del piano industriale (leggi articolo) per il passaggio del gruppo Ubi da network a banca unica che ha fatto crescere i costi complessivi,  per il periodo 2016-2019/2020, di 230 milioni: 60 milioni di costi non ricorrenti per la riduzione degli organici della banca (si parla infatti di 2.750 esuberi), 166 milioni di rettifiche su crediti per ridurre il rapporto tra crediti deteriorati netti e patrimonio tangibile e 2,7 milioni per oneri per incentivi all’esodo del personale di Ubi Sistemi e Servizi. Altri 8,7 milioni andranno al contributo straordinario al fondo di risoluzione nazionale,  1,2 milioni di euro per la svalutazione della partecipazione nel capitale della Cassa di Risparmio di Cesena.

L’UTILE CONDIZIONATO
Senza i maggiori oneri “non preventivati”, determinati dalle rettifiche su crediti e ai maggiori costi per il personale di UBI Sistemi e Servizi, l’utile netto sarebbe un utile netto annuo di 157,2 milioni.
Cresce la gestione operativa (+1,85%) a 322,9 milioni, determinato da proventi operativi a 757,2 milioni ed oneri operativi a 434,3 milioni; aumentano le commissioni nette (+3,81%) che si posizionano a 370,7 milioni, in virtù della crescita delle commissioni di up front su risparmio gestito, da polizze assicurative oltre che dal comparto estero e di intermediazione su finanziamenti di terzi e nonostante la riduzione delle commissioni da raccolta ordini e da collocamento titoli di terzi e di gruppo.

MIGLIORA IL COSTO DEL CREDITO
Contrazione degli oneri operativi normalizzati (-7,72%), con considerevoli risparmi riscontrati nelle spese del personale (-11,87%, in particolare dovuti all’utilizzo di differenti criteri di normalizzazione ed alla contrazione del numero delle risorse medie) e sostanziale stabilità nelle altre spese amministrative (-0,36%), dove sono allocati gli oneri per incentivi all’esodo previsti dal piano Industriale di Gruppo in capo ad UBI Sistemi e Servizi per 2,7 milioni e contributi associativi ordinari al Fondo Nazionale di Risoluzione ed al Sistema di Garanzia dei Depositi per complessivi 11,3 milioni (pari a 6,5 milioni nel 2015).
Il costo del credito si posiziona all’1,41%; al netto dell’impatto straordinario previsto nel piano Industriale, risulta pari allo 0,53%, in netto miglioramento rispetto al valore del dicembre 2015 (0,66%).

LA BANCA VICINA A IMPRESE E FAMIGLIE
Crescono le erogazioni di nuovi finanziamenti a medio/lungo termine per circa 3 miliardi e 300 milioni di euro (+11,1% rispetto all’anno precedente), di cui 850 milioni in favore dei privati e circa 2.330 milioni a favore delle imprese. I finanziamenti  “TLTRO”  (Targeted Longer- Term Refinancing Operations) con fondi di provenienza BCE ammontano a             1 miliardo e 200 milioni euro; il sostegno alle iniziative di investimento delle imprese si è concretizzato anche con finanziamenti strutturali erogati dalla capogruppo per oltre 360 milioni, con nuove erogazioni leasing per 293 milioni e con turn over factoring per circa 3 miliardi.

CRESCONO I CLIENTI
Bilancio positivo anche per il numero dei clienti (oltre 7.500) e di conti correnti (oltre 8.800), mentre cresce a doppia cifra sia il comparto assicurativo (+19,25%) sia il risparmio gestito (+11,20%) nonostante l’andamento negativo dei mercati finanziarii. Nel corso dell’anno si sono registrati flussi netti di risparmio gestito per 1.240 milioni e nuove sottoscrizioni di “polizze vita” per oltre 900 milioni.

PATRIMONIO SOLIDO E CREDITI DETERIORATI IN DIMINUZIONE
Migliorano ulteriormente i coefficienti patrimoniali, calcolati secondo le regole di Basilea 3: alla fine del 2016 il rapporto fra il capitale primario di Classe 1 e il totale delle attività di rischio ponderate (Common Equity Tier 1) è pari al 20,10%, a conferma della forte solidità patrimoniale della banca (18,19%). Sia l’ammontare dei crediti non performing che il rapporto sofferenze nette/impieghi netti migliorano in seguito agli interventi previsti dal piano Industriale: l’incidenza percentuale dei crediti deteriorati netti sul totale dei crediti netti verso clientela scende al 6,87% dall’8,21% di fine 2015; il rapporto sofferenze nette/crediti netti si posiziona al 4,13%, rispetto al 4,49% del dicembre 2015 – e nuovamente inferiore al dato di sistema (4,80%).

 

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 08 Febbraio 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.