Cala il sipario sulla Popolare di Bergamo. Da oggi c’è solo Ubi Banca

Firmato l'atto di fusione con Ubi Banca. Frigeri: «Nulla cambierà, né la squadra, né il modo di operare sui territori»

Ubi Banca- Bpb generiche

«Ma la Banca popolare di Bergamo c’è ancora?». La battuta del giornalista Gianfranco Fabi, durante la presentazione in Camera di Commercio del XXI Rapporto Einaudi, arriva con un tempismo perfetto. Tra i relatori  dell’incontro che non è sulla banca c’è anche Giorgio Frigeri (foto) presidente della Bpb. «Oggi alle 15 ho firmato l’atto di fusione della Popolare di Bergamo – ha risposto Frigeri – che in questo modo si diluisce all’interno di Ubi banca».

Banca Popolare di Bergamo dunque non c’è più ed esisterà solo sulle insegne delle filiali che non verranno sostituite. La fusione sancisce infatti il passaggio di Ubi da un modello di banca federale a un modello di banca unica che riunisce sotto un unico cappello le sette banche fino ad oggi federate (Banca popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banca regionale europea, Banca popolare commercio e industria, Banca popolare di Ancona, Banca Carime e Banca di Valle Canonica). Nell’ottobre dello scorso anno, l’amministratore delegato, Victor Massiah, la presidente del consiglio di gestione, Letizia Moratti, e il presidente del consiglio di sorveglianza, Andrea Moltrasio, avevano illustrato il piano industriale alle Ville Ponti: 540 milioni di investimenti, 2750 esuberi, 1.100 assunzioni.

«Vorrei rassicurare tutti – ha spiegato Frigeri a una folta platea – che nulla cambierà, né la squadra, né il modo di operare. I nostri manager e collaboratori hanno nel loro dna il rapporto con il territorio e anche se questa è stata una banca acquisita, in tutti questi anni ha dimostrato la sua capacità di favorire lo sviluppo delle imprese e il benessere delle famiglie. L’atto di oggi segna la fine di un periodo storico. Il nostro istituto è cresciuto, ma ciò che conta sono sempre le persone e la loro capacità di creare un rapporto di fiducia che è poi la cultura della vecchia Popolare di Bergamo».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 02 Febbraio 2017
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