I Comuni parte lesa nel processo autovelox. “Ricostruire rapporto di fiducia con i cittadini”

Dopo la condanna di Caterina Buffardeci, i Comuni parti lese devono affrontare le conseguenze. A partire dalle conseguenze per l'ex comandante

Casorate Sempione

La condanna – in primo grado – della comandante Caterina Buffardeci lascia inquieti i Comuni di Casorate Sempione e di Cardano al Campo. Che sono – giova ricordarlo subito – parte lesa nel processo contro la funzionaria: il tribunale ha previsto per i due enti locali un risarcimento immediatamente esecutivo, pari a 15mila euro per ognuno dei due enti. Per i due sindaci Dimitri Cassani e Angelo Bellora – che hanno convocato una conferenza stampa congiunta – l’obbiettivo oggi è ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini, ma anche valutare le possibili conseguenze su diversi piani.

I due Comuni – costituitisi parte civile – hanno visto il riconoscimento del danno d’immagine, «che è stato immediatamente ritenuto esistente»: «il singolo funzionario – spiega l’avvocato Valentina Verga, legale di Casorate – veniva visto non come singolo ma come parte dell’ente». Resta invece da definire il danno patrimoniale (sarà affrontato in sede civile). «Nel dispositivo apprendiamo che i giudici hanno accolto l’impianto accusatorio ipotizzati dalla Procura., salvo che per il reato di truffa per cui c’è stata una assoluzione» aggiunge Gianluca Franchi, legale del Comune di Cardano.

I due sindaci partono nella loro valutazione dal danno all’immagine del Comune e anche dal dramma umano del funzionario coinvolto, che secondo la ricostruzione della Procura- accolta in primo grado, in un processo indiziario – riceveva il corrispettivo delle tangenti direttamente nelle sale da gioco che aveva preso a frequentare in maniera assidua. «Pur essendo stato a Casorate uno dei principali antagonisti delle modalità con cui veniva utilizzato l’autovelox, non riesco a provare soddisfazione, perché la vicenda incrina rapporto di fiducia tra ente e cittadini» commenta Cassani, che siede sulla poltrona di primo cittadino dopo anni sui banchi dell’opposizione. Anche il sindaco di Cardano Angelo Bellora parla di «un motivo di amarezza» (a Cardano l’uso dell’autovelox arrivò come estensione dell’appalto casoratese). Entrambi i sindaci tengono però a sottolineare un aspetto: decaduta l’accusa da truffa, la vicenda di tangenti che ha coinvolto Buffardeci non tocca la legittimità delle sanzioni erogate con l’autovelox. «La vicenda non attiene alla vicenda delle multe: chi crede che si possa non pagare dà una informazione sbagliata» specifica anche l’avvocato Verga. «Ho visto commenti anche pesanti e persino inquietanti in questi giorni sui social» aggiunge Bellora. «Mi sento di esortare al senso della misura: certi climi diventano pericolosi».

Caterina Buffardeci condannata, la posizione come funzionario

La sentenza di primo grado pone al Comune di Casorate  – ancora in attesa delle motivazioni – il problema di valutare la posizione di Buffardeci come funzionario in carica. Buffardeci è stata condannata al’interdizione dai pubblici uffici e al licenziamento, ma i provvedimenti sono legati alla condanna definitiva. Rimane una questione di fiducia e di opportunità agli occhi dei cittadini: «In questo momento Buffardeci è in ferie: credo sia positivo un periodo per metabilizzare l’evento e far scemare il clima di ostilità che è esploso su questa vicenda. Abbiamo chiesto a lei di prendere ferie, usufruirà  di venti giorni» spiega Cassani. E in futuro: quale sarà la posizione di Buffardeci? «È complicatissimo: di sicuro ci muoveremo nell’interesse dell’ente, per quanto oggi possa capire il dramma della persona. Ci stiamo informando sui provvedimenti che potremo prendere: comunque il giudizio rimane sospeso, quindi parliamo di eventualità che vanno di pari passo con il giudizio. Ci rendiamo conto che la posizione del funzionario è delicata. Cosa possiamo fare? Non lo so. Non fare niente non è possibile, fare qualcosa rischia di creare contenziosi. Prima di tutto dobbiamo aspettare le motivazioni. In ogni caso, qualunque decisione crea un problema».

La posizione di Nicola Del Vecchio, ex assessore Cardano al Campo

Sul versante cardanese, c’èm invece la questione – meno problematica, per molti versi – dell’ex assessore Nicola Del Vecchio, oggi uscito dalla giunta e anche dalla maggioranza, ma ancora consigliere comunale in carica. «La trasmissione degli atti alla Procura per falsa testimonianza ci ha sorpreso molto» ammette l’avvocato Gianluca Franchi, che ha rappresentato il Comune come parte civile nel processo a Buffardeci. In questo caso le motivazioni di questa scelta da parte della Procura sono ancora meno definite, bisognerò vedere come evolverà la vicenda. «Non abbiamo strumenti conoscitivi per capire le ragioni della trasmissione per falsa testimonianza. Auguro a Nicola di poter chiarire la sua posizione  e di uscirne bene», dice il sindaco Bellora. Posto che Del Vecchio non è in amministrazione e ha il diritto di rimanere in consiglio, è opportuno rimanga? «Io non chiedo nessun passo indietro».

Condanna Caterina Buffardeci, il profilo politico

L’abuso d’ufficio è contestato rispetto all’iter di gara d’appalto per affidamento a Igea nel 2012, quando «Igea entra a Casorate nel 2012 con la prima gara, mentre prima dal 2009 al 2012 c’erano stati affidamenti diretti» dice Cassani. La valutazione politica, tra Casorate e Cardano è nettamente divergente: «Quando viene contestato che ci sono irregolarità e non si interviene, c’è un problema: le scelte vanno difese se sono difendibili» continua Cassani, che ha sempre criticato e critica ancora oggi la posizione dell’amministrazione casoratese allora in carica, quella di Giuseppina Quadrio. «La parte politica non compare, ma [gli ex amministratori] dovrebbero fare un esame di coscienza».
Diversa la lettura lato Cardano. Anche qui l’uso dell’autovelox fu al centro di feroci polemiche, in un momento particolare (a ridosso dell’agguato e della morte di Laura Prati). Allora l’amministrazione comunale fece quadrato: «Non so che elementi avessero in mano gli assessori in quel momento» ha premesso Angelo Bellora, eletto sindaco l’anno successivo. Che però condivide la difesa della scelta fatta allora: «È chiaro che l’amministrazione difende l’opera degli uffici, perchè non si può correre il rischio di essere visti dagli stessi uffici come pavidi o peggio deligittimarli. Io allora avevo sollevato perplessità sul metodo: è giusto che chi viola il codice della strada venga sanzionato, ma – dissi allora – “c’è metodo e metodo”. Se si parla da 10 a 50 multe, è un problema». Bellora inquadra poi la questione nel  «momento di sbandamento» vissuto dalla maggioranza in quella fase dopo la morta della sindaca. «Qualcosa poi si è ripensato in termini di comunicazione».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 24 Febbraio 2017
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