È finita la globalizzazione? Ce lo dirà il Rapporto Einaudi

Il rapporto sull'economia globale e l'Italia curato da Mario Deaglio è uno degli appuntamenti attesi dal territorio. La XXI edizione sarà presentata giovedì (ore 17) alla sala Campiotti della Camera di Commercio

giorgio arfaras

In un recente convegno sul nuovo modello di banca, Andrea Uselli, docente di economia all’università dell’Insubria, chiamato a chiudere la giornata di lavori ha affermato: «L’economista non porta l’ombrello, ma ti dice che sta piovendo». In linea di massima si può essere d’accordo con questa battuta anche se in occasione della crisi del 2008 la gran parte degli economisti non solo non ha portato l’ombrello ma non si è nemmeno accorta dell’acquazzone in arrivo. E anche chi se ne era accorto, come nel caso di Nouriel Roubini, economista nato a Istanbul e di origine iraniana, formatosi alla Bocconi ed emigrato negli Stati Uniti, non è stato preso in considerazione dal sistema. La grande crisi non puo’ essere nemmeno considerata un “cigno nero” perché questa categoria di eventi, così definita da uno splendido saggio (lettura caldamente consigliata) del filosofo-matematico Nassim Taleb , appunto, “The Black Swan“, ha le caratteristiche della imprevedibilità e dell’imponderabilità.

Per gli economisti la crisi è stata dunque una lezione dura da digerire, ma come accade per tutte le sconfitte, anche da questa si può imparare qualcosa. A questo proposito è molto interessante il percorso fatto dal Rapporto Einaudi sull’economia globale e l’Italia, curato dal professor Mario Deaglio. Puntualmente ogni anno Ubi Banca, sponsor dell’iniziativa, organizza una presentazione anche a Varese e puntualmente (tranne che nel 2014) arriva Giorgio Arfaras (foto sopra), uno dei principali studiosi che redigono il rapporto, a dispensare più dubbi che certezze. Dubbi evidenziati anche sulle copertine delle ultime due edizioni: “La ripresa, e se toccasse a noi?” era il titolo del rapporto per l’anniversario dei 20 anni, mentre “Globalizzazione addio?” è il titolo del nuovo rapporto che sarà presentato giovedì 2 febbraio alla sala Campiotti della Camera di Commercio (ore 17). Un bel punto di domanda nel titolo di un rapporto economico sull’economia globale è una dimostrazione di onestà intellettuale.

Domande a parte, il rapporto Einaudi ha il grande pregio di presentare scenari che tengono conto anche della storia, compresa quella più remota. Nell’edizione dei 20 anni, per esempio, a un certo punto della sua relazione, Arfaras, che è un comunicatore formidabile, ha mostrato al pubblico una cartina che calcola lo spostamento del baricentro economico del mondo dall’anno 1 all’anno 2025, opera del McKinsey Global Institute ed elaborata sui dati di Angus Maddison uno dei più autorevoli storici dell’economia mondiale. Un lavoro enorme quello di Maddison che non cerca naturalmente la precisione quanto piuttosto una tendenza. In quel caso la cartina mostrava che il baricentro dell’economia all’inizio dell’era cristiana si trovava in Asia e lì, dopo 2000 anni, sta ritornando.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 01 Febbraio 2017
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