Indennità tagliate, le educatrici degli asili nido in stato di agitazione

La decisione è stata presa in assemblea questa mattina alla presenza dei rappresentanti sindacali di Adl e Cgil, contrario il Csa. L'assessore Chiesa prova a mediare: "Stiamo valutando proposte per risolvere la questione"

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A partire da giugno dell’anno scorso le educatrici degli asili nido di Busto Arsizio, poco meno di una cinquantina di lavoratrici, si sono viste decurtare dalla busta paga l’indennità di turno che avevano sempre regolarmente percepito e hanno iniziato ad attuare alcune forme di protesta a partire da dicembre.

Per riottenere questa somma, che varia dalle 100 alle 150 euro mensili, questa mattina (lunedì) si sono riunite in assemblea per decidere le forme di protesta da intraprendere contro l’amministrazione comunale che – nel nuovo contratto di lavoro – ha escluso l’indennità di turnazione. La decisione che è stata presa dalla maggior parte delle educatrici è quella di dare avvio allo stato di agitazione che porterà le rsu (Adl e Cgil) del Comune davanti al Prefetto per tentare un’ultima mediazione con il datore di lavoro, prima dello sciopero. Di altro avviso il sindacato Csa che ha abbandonato l’assemblea con i propri delegati annunciando la scelta di una strada diversa e meno radicale per riottenere le indennità.

La vicenda nasce dalla decisione dell’ufficio che fa capo all’Assessorato al personale, di rivedere tutte le indennità erogate ai dipendenti del Comune. Da questa revisione è emerso che quella di turnazione, erogata alle educatrici, non avrebbe avuto diritto di esistere in quanto le lavoratrici dei nidi non effettuavano una vera e propria turnazione (dove si intende per turnazione una sovrapposizione massima di mezz’ora tra chi inizia e chi finisce il turno, ndr) ma un avvicendamento che va ben oltre la mezz’ora, dettato dalla carenza di personale e dalla necessità di garantire un corretto rapporto tra bambini ed educatrici.

La vicenda era stata spiegata in commissione dall’assessore al Personale Alessandro Chiesa e dalla dirigente Munaro che avevano sottolineato come anche l’Aran avesse dato un parere concorde con l’assessorato sulla decisione di togliere l’indennità. Le educatrici, dal canto loro, sottolineano che «l’organizzazione del lavoro è stata modellata in questo modo perchè non si investe con nuove assunzioni ma si preferisce chiudere gli asili e spostare il personale».

Delle 23 nuove assunzioni previste, in seguito allo sblocco delle assunzioni concesso dal governo a ottobre dell’anno scorso, nessuna andrà a rinforzare il settore degli asili nido: «Abbiamo buchi in molti settori, non solo quello educativo – ha spiegato Chiesa – purtroppo dobbiamo fare delle scelte».

In realtà l’amministrazione sta cercando una soluzione per risolvere la questione e recuperare, se non tutta, almeno una parte della decurtazione attraverso formule alternative che verranno proposte alle educatrici: «Ci sono dei modi per risolvere il problema delle educatrici – ha commentato Chiesa – non vogliamo, però, un muro contro muro ma un dialogo costruttivo che soddisfi entrambe le parti».

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Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Febbraio 2017
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