Niente più educatori al campo sinti. “Basta la scuola”

Il Comune sosteneva l'educativa affidata a Acli e L'Albero, che accompagnava l'impegno scolastico dei bambini. Niente rinnovo, l'assessore: "Non si spendono soldi pubblici per sopperire a scelte di vita diverse"

sinti gallarate

Niente più assistenza per i compiti e l’inserimento scolastico al campo Sinti. Il Comune di Gallarate ha deciso di eliminare il sostegno al progetto portato avanti dalle Acli e dall’Albero, che offriva doposcuola ai bambini del campo.

«Mi sono confrontato con gli educatori, li ho incontrati: svolgevano bene la loro attività, ho però spiegato che non ci sono motivi perché per i bambini sinti – che sono bambini normali – si debbano spendere tutti questi soldi» spiega l’assessore ai servizi sociali Franco Liccati.

Il progetto si è concluso formalmente il 31 dicembre scorso e non verrà rinnovato, come è accaduto per altri progetti (come quello di Exodus su inserimento lavorativo e contrasto al degrado). Il Comune risparmia un po’ più 17mila euro e l’assessore Liccati richiama anche la scelta dal punto di vista di scelta politica: «Il problema dell’educazione si risolve in un altro modo, con la scuola, che è momento d’incontro e anche di scontro, di confronto con i problemi e con gli altri. Non si può consentire a famiglie gallaratesi di non andare a scuola. Da parte dei sinti non ci sono impedimenti concreti, sono impedimenti legati alla loro visione della vita. Come assessore non faccio cittadini di serie A e di serie B. Se i sinti non mandano a scuola i figli sono contro le norme, chi non le rispetta verrà segnalato».

Il progetto al campo Sinti partiva dall’idea che si dovesse investire sui bambini per accompagnarli verso un inserimento sociale nella scuola pubblica, evitando l’abbandono scolastico: solo lo scorso anno gli operatori avevano festaggiato la promozione a scuola di tutti i bambini (risultato mai raggiunto), mentre i bambini avevano partecipato anche alla festa in piazza organizzata dalle associazioni, creando anche un filmato che raccontava la loro vita.

Liccati non è convinto però della bontà dell’intervento dal punto di vista teorico: «Dal mio punto di vista – da politico – creare una sorta di doposcuola è riconoscere che sono cittadini diversi» Però è anche vero che in tante realtà il Comune finanzia doposcuola per bambini in difficoltà, a Gallarate c’è anche un progetto Exodus per i ragazzi in difficoltà nella fascia delle scuole medie: perchè considerare quello Sinti un privilegio: «Ci sono doposcuola che seguono situazioni diverse di minori in difficoltà, ma non sono legati a un gruppo specifico Siamo convinti che non sia corretto impegnare denari pubblici per sopperire non a condizioni reali, ma a scelte di vita».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 21 Febbraio 2017
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