Quando il Rico portò a Cuvio Casadei. E quella volta col Papa

Giorgio Roncari e Graziano Tenconi, due amanti della Valcuvia e della storia locale ricordano Enrico Finocchi detto Nicola, Rico e Perzegat. È recentemente scomparso dopo una vita piena

Enrico Finocchi

…e /vinci casomai i mondiali…

Come si fa a non incontrare nei cassetti della memoria la melodia di questa canzone di Ligabue leggendo la storia di Enrico Finocchi raccontata da Giorgio Roncari e Graziano Tenconi, due amanti della Valcuvia e della sua gente che ha vissuto e vive di notti spericolare alla Raul Casadei, lavora a mille progetti e casomai, a modo suo, “vince i mondiali”, perché stringe la mano al Papa.
Per conoscere questa valle, per capire la gente che vive da queste parti conta di più questa storia che mille articoli di giornale. (ac)

Enrico Finocchi era noto a tante persone per la sua grande passione – professione che gli aveva dato molte soddisfazioni, era dunque un punto di riferimento  per tutti coloro, professionisti e non, che amano coltivare le piante da frutta in particolare il melo. A lui si deve lo sforzo degli ultimi anni di recuperare le vecchie varietà delle nostre zone ormai andate perse. Enrico Finocchi per Cuvio era solo il Rico, ma per molti era ancora il Nicola, nome che si portava addietro sin da bambino e che poi era quello di suo padre, di origine marchigiana, persona simpatica, anima dei carnevali del dopo guerra, precocemente scomparso. Particolarmente solerte il suo essere attivo nelle società di Cuvio.

Avarie

Il Rico fu uno di quelli, assieme a Giuseppe Massa e Bruno Furigo, che, negli anni settanta portarono a Cuvio l’orchestra Casadei. Pareva un azzardo perché allora i Casadei erano nel pieno della popolarità e si esibivano in piazze e centri ben più importanti di Cuvio, invece fu un successo con migliaia di persone accorse, la banda di Cuvio e le majorette ad accompagnare Raul e i suoi musicisti sulla strada di Canonica, quasi una parata all’americana.

Fu lui, in qualità di presidente dei cacciatori, che con tenacia, poco tempo dopo, seppe interessare le varie società del paese a organizzare lo spettacolo pirotecnico di inizio agosto, diventato in questi ultimi anni di grande rinomanza anche per merito della Pro Cuvio che ne rilevò l’organizzazione quando i cacciatori non riuscirono più a gestirla. La sua passione di una vita era la caccia e lui era l’animatore del gruppo; forse neanche lui sapeva più quanti anni era stato presidente e lo era ancora. Cani ne ha avuti molti, soprattutto setter, li amava come bambini e qualcuno l’aveva sempre in macchina.

Amante della Banda, di cui era gran sostenitore. La prima domenica di agosto, la Filarmonica Cuviese, era solita prestare il servizio per la festa del paese a Azzio. Al termine dei vari momenti era d’obbligo la visita a casa sua, nei pressi del convento; ospitati nella sua cantina, si poteva apprezzare la sua infinita generosità attraverso le numerose portate e bevande che offriva.
Di professione stuccatore, sapeva creare cornici e decorazioni con maestria, una qualità notata da Floriano Bodini, lo scultore dei Papi, che se lo prese come collaboratore e come amico; una lunga e profonda amicizia e quando Bodini fu ricevuto da Papa Giovanni Paolo II in Sala Nervi, al suo fianco volle che ci fosse il Rico. Gli piaceva parlare del passato, ricordare le storie vecchie e se l’argomento era quello giusto, allora si poteva stare delle ore a rammentare.

Avarie

Altra passione che diventò importante con l’età, fu la frutticultura. Aveva attrezzato un frutteto a Comacchio dove coltivava ogni tipo di frutta e verdura, ma le sue specialità erano le mele e le pesche. Per anni, quando ancora il Varese calcio giocava in B, metteva in palio una cassetta di mele al primo marcatore. Aveva speso parecchie energie per recuperare vecchie varietà, sia di mele che di pesche, ma anche di castagne. Era in contatto con i coltivatori di pesche di Monate, da qualche anno diventate un’eccellenza del Varesotto, e a tal proposito aveva creato la società ‘Perzegat’.

Fino alla sera prima era stato in compagnia degli amici al bar. Aveva qualche acciacco, si lamentava per una mano che si gonfiava, diceva che il dottore l’aveva consigliato di camminare; cose da poco, se vogliamo, per un uomo di settantatré anni abituato a lavorare. La sua repentina scomparsa ha lasciato sconcertati tutti e a casa sua, ad Azzio, è stata una processione di persone e amici che han voluto testimoniare a Loredana il loro rammarico e dispiacere.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 28 Febbraio 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.