Sul palco con “Tradimenti”, Scianna: «Racconto le corna in chiave british»

L'attore palermitano venerdì sera, 3 febbraio, sarà in scena con il testo di Pinter per la regia di Placido. Accanto a lui Ambra Angiolini e Francesco Biscione. "Per questo ruolo, ho dovuto togliere un po' di meridionalità"

Francesco Scianna

«Sei mai stato a Varese?», «No, è la prima volta. Cosa mi devo aspettare?». Francesco Scianna lo chiede sorridendo. Venerdì sera (3 febbraio) sarà in scena per l’ultima data di “Tradimenti”, lo spettacolo teatrale che lo sta portando in giro per tutta Italia.

Dopo l’impegno nella serie “La mafia uccide solo d’estate”, l’attore palermitano torna sul palcoscenico diretto da Michele Placido in un testo di Harnold Pinter.  Accanto a lui Ambra Angiolini e Francesco Biscione, attori che danno vita ad un ménage a trois che diventa l’occasione per parlare delle «corna in chiave brithis» ma anche per raccontare un sessantotto fatto di speranze ma anche di tradimenti politici, ideologici e sociali.

«Per interpretare la verità di Pinter abbiamo dovuto eliminare un po’ di meridionalità» spiega Scianna che con i suoi ricci scuri e il timbro galante ha conquistato i migliori registi e all’età di 34 anni ha un curriculum invidiabile da qualsiasi attore. Dopo il debutto, da giovanissimo, con Giuseppe Tornatore in “Baarìa”, ha lavorato con Cristina Comencini, Ferzan Ozpetek, Mario Mortone per citarne alcuni. Oggi è impegnato a teatro ma per il futuro sogna un ruolo da regista. 

Qual è la difficoltà maggiore che hai trovato nell’affrontare il testo di Pinter?
«L’elemento che ci ha messo in difficoltà, e che ha chiesto tempo per riuscire ad inserirci nella verità di Pinter, è stata la questione culturale. Abbiamo dovuto lavorare per guardare questa storia con occhi britannici e contestualizzarla negli anni ’70. Abbiamo quindi eliminato il senso di colpa, la visione più meridionale del tradimento per affrontare il testo in modo diverso. Il mio personaggio, Jerry, non vive il senso di colpa per aver posseduto la donna del suo amico ma perchè scopre che lui ne era già a conoscenza. Questo ci ha permesso di proporre una visione diversa, che permette anche al pubblico di godere di più dello spettacolo leggendo i desideri e le debolezze dei personaggi ma senza il giudizio. Il pubblico si rivede nei personaggi e rispecchiandosi ridere di loro e di se»

Quale possibilità, a livello artistico, ti ha regalato interpretare questo personaggio?
«E’ interessante che sia arrivato due anni fa, è curioso vedere come alcuni progetti arrivino nel momento giusto per il tuo percorso personale e artistico. Lavorare a questo personaggio mi ha permesso di riscoprire una leggerezza e una liberà nel vivere il palcoscenico. Cosa che mi è servita anche dopo, nell’interpretare “Massimo” nel La Mafia Uccide Solo D’Estate – La serie” per esempio. Jerry è un personaggio che mi ha permesso di scoprire nuove corde e note, vicine alla commedia»

Dopo il successo de La Mafia Uccide Solo D’Estate – La Serie, come è stato tornare a teatro? Quale delle due dimensione ti appartiene di più?
«Era da tempo che non tornavo a teatro, lasciando più spazio al cinema, e tornarci è stato molto formativo. Credo che il palcoscenico sia la vera formazione per un attore, un po’ per la magia che si crea con il pubblico, ogni sera diverso, ogni sera in una nuova città, ma anche per la profondità dei testi che devi interpretare. Credo che sia lì che un attore affina il suo strumento. E’ una gioia immensa poter vedere come il processo creativo continua replica dopo replica. E’ molto stimolante sopratutto se lavori con attori che hanno il tuo stesso atteggiamento»

Francesco Scianna

Placido regista meglio a teatro o al cinema?
«Cinema e teatro sono mondi diversi ed è difficile paragonarli ma lui ha la capacità di creare stessa sintonia e affinità. In entrambe le esperienze ho visto la sua disponibilità nel lasciare che l’attore creasse il personaggio insieme a lui. E questa disponibilità non è frequente ma è molto stimolante. Avevo scoperto il suo grande talento e la sua bellezza nel dirigere gli attori in Vallanzaska e a teatro non è stato differente»

Ti propongo spesso in ruoli dove interpreti personaggi degli anni ’70, cosa ti affascina di quel periodo?
«Il look mi affascina molto e si sposa con il mio volto d’epoca, diciamo così. Poi, come nel caso di Pinter, raccontiamo anni interessanti, un periodo dove c’è stato un grande boom culturale e artistico. E’ bello raccontare e vivere quella dimensione così vitale»

Quindi terrai i basettoni anni ’70 ancora un po’?
«No, no. Tra tre giorni taglio tutto…»

Ti piacerebbe dirigere uno spettacolo o un film?
«Da impazzire. Per quanto riguarda il cinema ho delle idee ma le tengo per me. A teatro mi piacerebbe portare Pirandello, lo sto rileggendo e mi affascina molto: l’essenzialità della messa in scena ma con una grande densità umana e delle sue dinamiche».

TRADIMENTI
di Harold Pinter
con Ambra Angiolini Francesco Scianna e con Francesco Biscione.
Musiche originali di Luca D’Alberto. Costumi di Mariano Tufano. Scene di Gianluca Amodio. Light designer Giuseppe Filipponio.
Traduzione di Alessandra Serra. Regia di Michele Placido.

Informazioni e biglietteria, clicca qui
Prezzi

INTERI: Platea € 32,00 – Prima Galleria € 28,00 – Seconda Galleria € 24,00
RIDOTTI: Platea € 30,00 – Prima Galleria € 26,00 – Seconda Galleria € 22,00

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Febbraio 2017
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