Visita al Parco Morselli
Teresio Colombo è andato a visitare il parco di Gavirate con il suo occhio attento a piante e fiori
Il giorno 7 febbraio sono terminate le piogge e la giornata si presenta abbastanza soleggiata per cui ritengo opportuno andare in qualche posto del parco a fotografare le trasformazioni naturali che si rendono più evidenti anche se siamo a metà della stagione invernale. Fra i posti più facili per accedere scelgo il parco Morselli, la proprietà che fu dell’omonimo filosofo e scrittore che qui trascorse parte della sua vita scrivendo opere che non hanno avuto una favorevole accoglienza da parte degli editori dell’epoca. La prima cosa che noto è la stagionale ripresa della felce spaccasassi, la Cedracca comune (Ceterach officinarum) (1,2) che il Dot. G. Peroni nel suo libro Prontuario pratico di “Fitoterapia e terapie naturali” cita come le parti aeree della pianta siano utili sia per l’espulsione della renella sia per sciogliere i calcoli renali e vescicali, questa aspleniacea, abbastanza comune nella zona collinare del varesotto trova il suo punto di massima diffusione proprio su questi muretti di pietre calcaree disposte a sostegno dei terrazzati che caratterizzano la salita del parco; è bello vedere le foglie completamente distese e non arricciate su sé stesse tanto da poter fotografare le scaglie rosse ove si formano i sori sul recto di una foglia distesa che ci consente di confrontare come il verde sia più chiaro della facciata superiore. Poco più su vedo nel bosco i fiori maschili del nocciolo sensibilmente allungati e quindi pronti a rilasciare il polline e quindi saranno sbocciati anche i fiori femminili che vado a cercare in una zona pianeggiante che ritrovo subito dopo la casa in rosa, attuale sede del centro di educazione ambientale del Parco Campo dei Fiori, lì ci sono una serie di Noccioli comune (Corylus avellana) (3,3a) di piccola dimensione portanti sia i fiori maschili sia quelli femminili, per evidenziare quello femminile ho ritagliato la foto il fiore femminile che non risalta bene, nel suo complesso, per colpa del fotografe e delle intemperie dei giorni precedenti nonché di uno sviluppo solo iniziale; poco più avanti qualche piccolo cespuglio di Eleagno (Elaeagnus angustifolie) (4) con il fiore appassito attaccato al frutto in maturazione . Nelle vicinanze una bellissima pianta di Castagno comune (Castanea sativa) (5) che dovrebbe essere ritenuto un monumento naturale poiché la circonferenza del tronco, a 2 metri dal suolo, è di circa 6 metri lineari quindi una stima, abbastanza verosimile indicherebbe una età superiore ai 200 anni che pur essendo non moltissimi, per questo tipo di pianta, sono sufficienti per dire che la pianta ha superato le diverse crisi che hanno colpito questo tipo di vegetale. A questo punto decido di tornare a prendere l’auto fermandomi a fotografare ciò che ho trascurato in andata in particolare la Falsa ortica purpurea (Lamium purpureum) (6) la caratteristica di questa lamiacea è di essere presente in tutti i mesi dell’anno con la variante, nei mesi più freddi, di avere talune foglie, arrossate; anche la Bergenia (Bergenia crassifolia) (7) è in ritardo nella fioritura che per questa pianta è attesa sin dai primi giorni del mese di gennaio almeno in questi posti sul Sasso di Gavirate; poco più giù ritrovo u esemplare di Viola mammola (Viola odorata) (8,9) ma stranamente solitaria e non come avviene normalmente in tappeto di esemplari in fiore, non mi meraviglia che abbia perso un petalo e parte del colore perché la fioritura della viola mammola a inizio ad autunno avanzato e quindi l’esemplare trovato potrebbe essere molto vecchio ed essere stato modificato dalle diverse precipitazioni, per fortuna nelle vicinanze ho trovato un esemplare in bocciolo che ho fotografato anche perché così si può vedere la struttura di questo bellissimo fiore; vicino, tanto che un pezzo del cono del Cedro (Cedrus atlantica) (10) in disfacimento è sulla stessa foto del bocciolo di mammola, noto un pezzo del cono di un cedro, che presumo un atlantica, già in avanzato stato di disfacimento. Anche l’Edera (Hedera helix) (11) mostra i suoi frutti maturi, ricordiamo che l’edera ha significative proprietà terapeutiche. Scattata questa foto decido di scendere dalla scala percorsa quotidianamente dal Morselli, di buon passo per acquistare il quotidiano e prima di riprendere l’auto fotografo la bella siepe di Gelsomino invernale (Jasminum nudiflorum) (12), pianta che pur essendo originaria dall’estremo oriente si è ormai naturalizzata anche da noi dove la si può trovare cresciuta in modo sub-spontaneo.
Teresio Colombo
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