Cimici: l’invasione è iniziata e arriva dalla Cina

Oltre alle specie di casa nostra anche la cimice asiatica sta colonizzando sottotetti e giardini: si diffonde rapidamente perché mancano i predatori delle zone d’origine. La spiegazione dell’esperto

Avarie

Sei in cucina e la coda dell’occhio registra qualcosa di marroncino che si muove. Sei in sala e la senti volare. Al buio, in camera da letto, qualcosa cade a terra con un suono secco: “tac”. In bagno…

Sono arrivate. Anzi, forse le cimici non se ne sono mai andate da tante case dei varesini e ora, col bello, questi insetti si risvegliano dopo la stagione fredda (anche se in molti che ci scrivono giurano di averle avute accanto anche col freddo).
È un problema? Per molti sì. E ne abbiamo parlato con l’entomologo dell’Insubria Carlo Morelli, che studia da anni il comportamento di questi animali.

Dottore, anche quest’anno molti lettori lamentano il ritorno delle cimici: è giusto parlare di “risveglio primaverile” di questi insetti?
«Direi che è giusto. Le comuni cimici che hanno invaso molte abitazioni nel Varesotto (che dal punto di vista sistematico appartengono agli Eterotteri Pentatomidi), in autunno cercano un luogo adatto in cui superare l’inverno e al ritorno della bella stagione abbandono i rifugi che hanno scelto per lo svernamento e ritornano attive. Ed in poco tempo per fortuna dovrebbero anche abbandonare le abitazioni per ritornare nelle aree naturali».

Esiste un possibile legame fra cambiamento climatico e il proliferare di questi insetti?
«È possibile che esista, nel senso che inverni lunghi e rigidi determinano sicuramente una maggiore mortalità negli animali svernanti, mentre inverni caldi ne favoriscono la sopravvivenza. Se vogliamo trovare una connessione con le attività umane tuttavia direi che le “invasioni” di cimici registrate lo scorso autunno sono sicuramente più correlate con l’introduzione nel nostro territorio di specie alloctone. Da poco è infatti comparsa anche nella nostra regione una cimice alloctona originaria dell’Asia orientale, nota appunto come “cimice asiatica” (il nome scientifico è Halyomorpha halys), introdotta involontariamente in Italia pochi anni fa. Questa cimice, che causa danni anche consistenti in ambito agricolo, raggiunge spesso numeri considerevoli e a quanto mi è stato riferito è causa di buona parte dell’invasione di cimici registrata lo scorso autunno».

Quali sono i predatori delle cimici?
«Gli antagonisti principali sono rappresentati in prevalenza da invertebrati predatori (ragni, alcuni eterotteri e coleotteri) e da parassitoidi e in misura minore da vertebrati. Tuttavia che per quanto riguarda la cimice asiatica questi sono naturalmente più abbondanti ed efficienti nelle aree di origine della specie, mentre dove questa specie è stata introdotta i nemici naturali sono pochi e questo ne spiega il successo riproduttivo (condizione purtroppo comune a buona parte delle specie alloctone presenti anche nel nostro Paese, basti pensare al gambero della Luisiana, al tarlo asiatico, al cinipide del castagno o alla zanzara tigre, giusto per fare qualche esempio)»

Oltre ai rimedi della nonna (aglio, menta, erba gatta…) esistono prodotti specifici per tenerle lontane?
«Tenerle lontane dalle abitazioni è piuttosto difficile purtroppo, forse l’atto più efficace è armarsi di coraggio, individuare i rifugi invernali nei pressi delle abitazioni e rimuoverle manualmente».

Si ricorda di altre “invasioni” di insetti negli anni passati?
«Le popolazioni di insetti spesso registrano variazioni naturali che in particolari condizioni possono determinare “invasioni” più o meno significative. Per quanto riguarda la provincia di Varese ricordo qualche pullulazione di processionaria del pino e della quercia, di limantria, di euprottide e anche qualche “invasione” di “cavallette” nella parte settentrionale della provincia».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Marzo 2017
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