Con l’uscita di Londra, Milano si candida a ospitare tre sedi comunitarie

Approvata con 43 voti favorevoli, la risoluzione in cui vengono indicate le priorità d’azione per il territorio e si individuano spunti e raccomandazioni per rilanciare l’azione regionale in ambito europeo

raffaele cattaneo

Milano e la Lombardia pronte ad accogliere l’Agenzia europea del farmaco (EMA) e le sedi dell’Autorità bancaria europea (EBA) e della Divisione della Corte europea dei brevetti. Con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, il capoluogo lombardo di prepara a sostenere la sua candidatura per ospitare i tre importanti enti comunitari.

Lo ha deciso il Consiglio regionale con la Risoluzione sul programma di lavoro della Commissione europea (relatore il Presidente della Commissione Bilancio Alessandro Colucci, Lombardia Popolare), documento che elenca le priorità d’azione per il territorio e individua spunti e raccomandazioni per rilanciare l’azione regionale in ambito europeo. Il documento è stato approvato con 43 voti favorevoli, 8 contrari, 4 astenuti e  21 i consiglieri che non hanno partecipato al voto.

«La Risoluzione –  ha spiegato il relatore Alessandro Colucci – stigmatizza in modo chiaro le criticità che caratterizzano l’attuale contesto politico europeo, dall’inefficiente gestione dei flussi migratori, all’allarme terrorismo sino all’eccessiva rigidità della disciplina di bilancio, e individua quelle che sono per noi le soluzioni e le priorità di intervento. Nel provvedimento in particolare chiediamo la revisione della convenzione di Dublino, l’armonizzazione delle regole fiscali e del mercato del lavoro e un progetto di difesa dei confini con la nascita di un esercito europeo».

«L’Europa – ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo – va cambiata dall’interno e con questa risoluzione abbiamo messo in luce le priorità che interessano direttamente e concretamente la vita dei cittadini lombardi. Con questo lavoro, che ha anche riconosciuto i limiti e le criticità provocate da alcune politiche di Bruxelles, la Lombardia ha dimostrato di non voler rinunciare alla sfida del cambiamento, ma di impegnarsi su obiettivi reali sulla strada di dare più voce alle Regioni per ricostruire il filo di fiducia con i cittadini».

La Risoluzione è stata approvata con i voti di Forza Italia, PD, Lombardia Popolare, Patto Civico e SeL. Lega Nord e Fratelli d’Italia non hanno partecipato al voto, mentre Lista Maroni ha lasciato libertà di voto ai propri consiglieri. Gli otto voti contrari sono arrivati da Movimento 5 Stelle (7) e da Luca Ferrazzi (Lista Maroni).

Rispetto alla proposta uscita dalla Commissione Bilancio, l’Aula ha integrato il documento con la richiesta che in Ue si costituisca  un fronte comune per rafforzare il Migration compact  e gestire cosi  la crisi dei rifugiati (PD, Enrico Brambilla),  la facilitazione per l’accesso ai prestiti per le piccole medie imprese (M5S, Andrea Fiasconaro), la richiesta di modificare la direttiva Bolkestein per escludere dalla sua applicazione i posteggi utilizzati per commercio su aree pubbliche, le concessioni balneari e i chioschi (Lega e Fratelli d’Italia, Massimiliano Romeo e Riccardo De Corato), lo stop alle sanzioni contro la Russia (Lega e Fratelli d’Italia). Emendamenti sono stati approvati anche per promuovere gli ideali fondativi per rendere l’Unione europea una vera Unione sociale con diritti per i lavoratori, posti di lavoro e redditi sicuri (PD, Enrico Brambilla), il riconoscimento e la valorizzazione delle radici cristiane (Lega e Fratelli d’Italia, Massimiliano Romeo e Riccardo De Corato), una maggiore unità e solidarietà tra gli Stati per rendere l’UE più forte (Patto Civico, Daniela Mainini) e l’attivazione di politiche per aumentare l’occupazione femminile (M5S, Paola Macchi). Bocciati invece gli emendamenti di Lega e Fratelli d’Italia che individuavano nella “matrice islamica” il terrorismo internazionale e l’attuazione di politiche per creare un’alternativa all’Euro e gettare le basi per uscire dalla moneta unica.

Nella Risoluzione si  evidenziano  le misure per l’occupazione, con la richiesta che sia resa strutturale “Garanzia giovani”  e l’attivazione di politiche finalizzata a ricollocare i soggetti inoccupati e disoccupati di lunga durata. Si sollecitano, per contrastare i fenomeni di contraffazione,  la valorizzazione e la tutela dei marchi italiani, sia nel campo della moda che in quello alimentare, comparto quest’ultimo per il quale il documento chiede che venga migliorato anche  il sistema di tracciabilità dei prodotti al fine di salvaguardare e tutelare la qualità di marchi. Tutela e garanzie vengono ripresi  anche per quanto riguarda il capitolo sugli accordi di libero scambio con gli Stati Uniti. Viene sollecitato lo stop nella UE di prodotti e alimenti derivati da animali clonati, trattati con ormoni della crescita o antibiotici o derivati da OGM o con altre sostanze vietate.  La Risoluzione chiede anche che sia valorizzata l’eredità di Expo e che l’area di Rho-Fiera sia dedicata alla ricerca avanzata. Altro aspetto importante toccato dal documento è la necessità che nelle politiche di coesione dell’Unione europea le Regioni siano coinvolte in tutte le fasi, in modo tale che attori locali e regionali siano supportati nel processo di sviluppo. In questo contesto si chiede anche la semplificazione dei bandi europei e che nell’ambito delle politiche UE sulla Macroregione Alpina siano sostenute maggiormente le politiche a favore della montagna.

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Pubblicato il 29 Marzo 2017
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