Gli stranieri in Italia crescono meno e molti diventano italiani

Gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2017 sono 5 milioni 29mila e rappresentano l’8,3% della popolazione. l’incremento è di appena 2mila 500 unità

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Gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2017 sono 5 milioni 29mila e rappresentano l’8,3% della popolazione residente totale, stessa percentuale di un anno fa. Rispetto al 1° gennaio 2016 l’incremento è di appena 2mila 500 unità, per un tasso pari allo 0,5 per mille.

Dati demografici

Lo ha certificato l’Istat, l’Istituto di statistica Nazionale, nel suo ultimo studio con le previsione relative ai dati parziali dell’anno 2016. Uno studio su tutta la popolazione italiana che contiene anche un focus sulla presenza degli stranieri sul suolo nazionale.

Il risultato sula presenza di cittadini stranieri parla di uno dei livelli di crescita più modesta degli ultimi anni e si deve al vario combinarsi di fattori di segno positivo e negativo, la cui interpretazione è tuttavia sempre meno immediata man mano che aumentano i processi d’integrazione sul territorio della popolazione immigrata.

Così spiega Istat nel dettaglio:
Positivo, per esempio, è il contributo offerto dalla dinamica naturale: nel 2016 si stimano tra gli stranieri 61mila nati e 6mila 500 decessi. Tuttavia, poiché si riscontra una diminuzione di nascite rispetto al 2015 (72mila), si rileva anche una diminuzione del saldo naturale, da +66mila a +54mila, considerando che l’ammontare dei decessi rimane invariato nel periodo in esame.

Positivo è anche il contributo offerto dai movimenti con l’estero: 258mila immigrazioni contro 42mila emigrazioni conducono il saldo migratorio estero dei cittadini stranieri a +216mila unità, in crescita su quello registrato nel 2015 (+205mila).

Tra le poste in negativo, invece, la popolazione straniera contabilizza 62mila unità in meno per effetto delle migrazioni interne e per altri motivi. All’interno di tale voce di bilancio è da segnalare la cancellazione per altri motivi (prevalentemente motivi di irreperibilità) di 122mila individui, ossia di soggetti di cui è ragionevole ritenere l’emigrazione dall’Italia in anni precedenti, senza che questi ne abbiano fatta dichiarazione alle anagrafi di appartenenza.

In aumento nel 2016 le acquisizioni di cittadinanza italiana

Oltre che per un effetto di revisione anagrafica, il rallentamento della crescita della popolazione straniera si deve, in particolar modo, alle acquisizioni della cittadinanza italiana, una componente di bilancio che mostra nel tempo un’evoluzione davvero notevole: 29mila nel 2005, 66mila nel 2010, 178mila nel 2015.

Sulla scia di tale progressione, nel 2016 si stimano 205mila acquisizioni, segno che il Paese si trova a gestire una fase matura dell’immigrazione. Il 38% delle acquisizioni sono ottenute da individui minorenni e il 50% da individui con meno di 30 anni di età. Si tratta di un numero non trascurabile di giovani per i quali in molti casi il cambio di cittadinanza avviene senza che gli interessati abbiano mai vissuto alcuna esperienza migratoria.

Le acquisizioni di cittadinanza italiana interessano soprattutto le regioni del Nord, dove la presenza straniera è più stabile e radicata. Qui il fenomeno comporta una riduzione della popolazione residente straniera complessiva, salvo in Liguria e nella Provincia di Bolzano. Nel Mezzogiorno il numero di acquisizioni risulta molto più contenuto, circa 18mila, pari al 9% del totale. Per tale ripartizione, diversamente da quanto accade nel Nord, la popolazione straniera aumenta in quanto le acquisizioni di cittadinanza italiana non compensano il saldo positivo determinato dalle altre voci di bilancio (naturale e migratorio).

A una popolazione straniera sostanzialmente stabile si contrappone, come accade da oltre un decennio, una riduzione della popolazione di cittadinanza italiana, scesa a 55 milioni 551mila residenti al 1° gennaio 2017. La perdita netta rispetto all’anno precedente è pari a 89mila residenti.

Per i cittadini italiani risultano negative le poste demografiche relative al saldo naturale (-189mila unità), al saldo migratorio con l’estero (-80mila) e le poste migratorie interne e per altri motivi (-25mila). Tali diminuzioni sono compensate solo in parte dalle acquisizioni della cittadinanza italiana (205mila).

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Pubblicato il 06 Marzo 2017
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