“I sindaci con la fascia tricolore commemorano i caduti fascisti”

La denuncia di Sinistra Italiana: "I morti non sono tutti uguali, combattevano per Mussolini, Hitler e i campi di concentramento". La risposta del sindaco di Somma

Somma Lombardo generiche

«I sindaci del territorio commemorano i caduti fascisti della Repubblica Sociale Italiana». La commemorazione è avvenuta domenica 26 marzo al cimitero di Somma Lombardo, di fronte al monumento dedicato ai soldati che “caddero nelle fila della Repubblica Sociale”. E oggi a sollevare il caso è Sinistra Italiana di Gallarate. Che denuncia la presenza innanzitutto di Andrea Cassani, il sindaco della città dei due galli. «Non ce ne stupiamo visto che è eletto con voti di Forza nuova» commenta SI, che però nota come «il sindaco sempre così pronto a postare ogni sua foto in ogni situazione» in questa occasione «questa presenza ha preferito nasconderla».
Ma SI fa notare anche la presenza dei primi cittadini di Somma Lombardo, Arsago Seprio, Casorate Sempione, Golasecca, Vizzola Ticino. Sindaci di destra, civici, ma anche «di “centrosinistra».

Le foto sono comparse in un post su una pagina della destra radicale e nostalgica, in cui si parla di “cerimonia solenne in onore dei caduti della Repubblica Sociale Italiana tenutasi a Somma Lombardo, insieme ai 7 Sindaci dei Comuni limitrofi ed alcuni membri dell’Associazione Nazionale Carabinieri, Associazione Nazionale Alpini ed Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia”. Il monumento sommese fa riferimento a soldati e militanti neri caduti negli scontri con i partigiani e con le truppe anglo-americane, “sorretti da un grande ideale e fedeli al giuramento dato” (che – va ricordato – non era il giuramento al Re d’Italia, rappresentante dell’unico governo legittimo).

Sinistra Italiana sottolinea anche l’elemento istituzionale, che dà un tono diverso alla commemorazione, che da privata diventa ufficiale: «I Sindaci rappresentavano le proprie città, già che indossavano la fascia tricolore. Così, destra e ‘centrosinistra’ si sono ritrovati uniti a calpestare la Costituzione e la lotta di Liberazione».

La polemica sul caso sommese ripropone la questione del rapporto con il passato fascista, ma soprattutto sul giudizio storico che si è appannato e annacquato negli anni. «Probabilmente – continua Sinistra Italiana – sarà la solita giustificazione revisionista: i morti sono tutti uguali. No, non è vero. Per tutti i morti dobbiamo avere compassione, ma non sono tutti uguali. Quando un marito uccide la moglie e poi si suicida, anche nella morte l’una resta vittima e l’altro carnefice. I fascisti e i partigiani non sono morti uguali. I primi combatterono per il Duce e Hitler, per i campi di concentramento, per la supremazia di una presunta razza ariana, per la guerra. I partigiani e le partigiane morirono invece lottando per la pace, per la giustizia, per la libertà. Neppure la morte li ha resi uguali. E la nostra Costituzione lo riconosce. Quella Costituzione che i Sindaci giurano di osservare lealmente, ma che forse non conoscono».

Sinistra Italiana sottolinea in particolare la presenza Stefano Bellaria (di Somma Lombardo), unico sindaco di centrosinistra. Il primo cittadino sommese, per spiegare la sua presenza, ricostruisce anche quello che la foto non dice: «Nel momento della commemorazione io ho sottolineato la necessità di capire come si possa evitare di ripercorrere la strada tragica che ci portò alla Seconda Guerra Mondiale. Ho ben chiaro quali siano i valori della Repubblica, che per me è una ed è quella democratica  nata dalla Guerra di Liberazione: quando si hanno ben chiari i propri valori, non c’è nessun problema a ricordare i defunti, perchè ricordarli con umana pietà non significa condividere le motivazioni per cui sono morti. È anzi necesserio ricordare il sacrificio di tutti i giovani europei, degli italiani come degli inglesi, dei tedeschi come dei russi, per ricordare la necessità di trovare strade per evitare le tragedie del passato» continua Bellaria. «Ed è importante in questo senso – l’ho sottolineato –  rilanciare il ruolo dell’Unione Europea, che non è solo un’unione economica ma è anche lo spazio dove i popoli s’incontrano e convivono democraticamente. Una Europa che deve evolversi verso gli Stati Uniti d’Europa, come li chiamava De Gasperi».

Il sindaco archivia la questione come «polemica», ricordando anche che la commemorazione si tiene dagli anni Settanta e che «non c’è nessuna apologia» (che di certo, però, viene rivendicata dai gruppi nefascisti). « È stata fatta anche ai tempi dell’amministrazione Brovelli. Ma evidentemente prima non c’erano i social».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 28 Marzo 2017
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  1. Avatar
    Scritto da Gianluca Ribolzi

    I partigiani e le partigiane morirono invece lottando per la pace, per la giustizia, per la libertà…..questa proprio non si può leggere. I morti che hanno mietuto i partigiani dopo il 43 e fino alla fine del 45 sono storia attuale e nota, che per la solita mentalità “sinistra” nelle scuole non vengono ne menzionati ne ricordati. Ed erano ITALIANI. Un plauso dunque a quei sindaci che forti della fascia tricolore, commemorano i propri compatrioti, indipendentemente dall’appartenenza politica.

  2. Gianfredo Ruggiero
    Scritto da Gianfredo Ruggiero

    I partigiani rossi, che erano la componente preponderante del movimento partigiano, avevano come fine l’instaurazione della dittatura comunista del proletariato sotto il tallone della Russia di Stalin. Altro che patrioti e combattenti della libertà…. La storia non si usa, si studia.

    Gianfredo Ruggiero, Circolo Excalibur

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