Il metalmeccanico è donna, e adesso l’ha capito anche il mio papà
Il mondo dei metalmeccanici è da sempre un mondo di maschi ma Cristina e Tiziana Fioratti hanno fatto la loro piccola rivoluzione: alla Stampytal di Ternate la produzione è femmina
Il mondo dei metalmeccanici è un mondo di maschi. Dalla gestione dei clienti, che se porti la gonna non ti ascoltano neanche, al lavoro vero e proprio, la strada è in salita. Lo sanno bene Cristina e Tiziana Fioratti, titolari della Stampytal, azienda di Ternate che produce stampi per materie plastiche. «Capitava qualche anno fa che i clienti più anziani, della generazione di mio padre – spiega Cristina – non mi parlassero proprio. Per loro ero una femmina e basta. Eravamo per esempio in riunione e si rivolgevano unicamente a Stefano, il marito di mia sorella, che guida con noi l’azienda e si occupa, insieme a me, della gestione dei clienti. Ma le cose per fortuna stanno cambiando. Con le persone della mia età non ho mai problemi». Clienti e fornitori vedono finalmente in lei non solo una donna, ma soprattutto una professionista.
Tutto inizia nel 1991. Cristina, ventenne, decide di entrare nell’azienda del padre, che è stata fondata nel 1972 e produce stampi per grandi marchi come Bticino, gruppo Legrand e Industrie Ilpea. Lo fa per aiutare la madre nel lavoro di amministrazione. «Di entrare in officina neanche pensarci. Papà non voleva insegnarmi niente. Non è un lavoro adatto per una donna, pensava». Lei si occupa quindi della gestione di clienti e fornitori. «Sono sempre stata in giro, non mi sono mai fatta problemi, anche se ogni tanto incontravo qualche ostacolo per il mio essere donna». Nel 1997 arriva Stefano, marito di Tiziana, che lascia il suo lavoro nel mondo dell’ottica e si lancia nella nuova avventura. Dopo qualche anno lo segue anche la moglie, che abbandona 20 anni di carriera nel comparto informatico delle aziende.
La vera svolta arriva nel 2005. «Il settore dei cosmetici – spiega Tiziana – in cui abbiamo iniziato a lavorare negli anni ’80, ha lasciato l’Italia». Destinazione: Cina, Europa dell’est. La solita storia. «La crisi era in arrivo e noi stavamo già iniziando a sentirla». Bisogna reagire e rivoluzionare tutto. Fanno un rifinanziamento dell’azienda, riorganizzano il lavoro e comprano una pressa, per poter stampare internamente anche loro. La produzione di sdoppia: da un lato gli stampi, dall’altro gli stampati. Nel giro di qualche anno le presse diventano 4 e lavorano a regime. «Se Stampytal c’è ancora – confida Tiziana – è anche grazie a quella decisione. Abbiamo dovuto reagire, affrontare la situazione. Ci siamo trovati a doverci confrontare con tutto il mondo, non più solo con l’Italia o l’Europa». Senza contare che se un tempo, con uno stampo, avevi un margine di guadagno del 30%, adesso quel guadagno oscilla tra il 5 e il 10%. Troppo poco per rischiare, meglio differenziare i propri prodotti.
Adesso il padre e la madre sono fuori dall’azienda, anche se aiutano ancora nel lavoro (si occupano delle consegne). «Noi facciamo di tutto – dice Tiziana – dall’amministrazione alla produzione. Ci occupiamo pure delle presse, anche se alla programmazione ci pensa Stefano». Dopo anni e anni, sono finalmente entrate in officina anche loro. Con la decisione di lasciare il passo ai più giovani, anche il padre ha cambiato il suo modo di pensare. «Negli ultimi tempi mi ha insegnato cose – dice Cristina – che vent’anni fa non mi avrebbe mai insegnato». D’altronde, dicono le sorelle, la maggior parte degli uomini fanno fatica a insegnare, si mostrano riluttanti, soprattutto nel mondo dei metalmeccanici. «Cosa pensano, che gli rubiamo il lavoro? È proprio vero – commentano ridendo – gli stampatori sono fatti con lo stampino».
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