La sfida degli agricoltori: una cena gourmet “made in Varese”

La cena di gala per il 70esimo di Confagricoltura Varese è stata realizzata dallo chef Venanzio Pedrinelli solo con prodotti di associati. Provando che a Varese di mangia, e anche bene, a chilometro zero

La sfida del 70esimo degli agricoltori: una cena gourmet solo con i loro prodotti

Più di tante parole, valgono i fatti: così per celebrare il 70esimo anno della Confagricoltura varesina oltre alla tradizionale assemblea, la scelta è caduta su una cena.

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La sfida degli agricoltori varesini al 70esimo: una cena con i loro prodotti 4 di 25

Non usuale però: una vera e propria sfida, raccolta dal noto chef Venanzio Pedrinelli, del ristorante da Venanzio di Induno Olona, alla preparazione di un menù adatto a una cena di gala, realizzato con ingredienti provenienti dai produttori iscritti alla storica unione.

Una sfida vinta pienamente, anche grazie a ingredienti, però, che mai avreste potuto immaginare provenienti da produttori varesini.: dal gorgonzola allo zafferano, dal riso alla mortadella.

UN MENU “MADE IN VARESE”

Le aziende coinvolte nel dall’esigentissimo Venanzio sono state dieci, per un menù primaverile e della tradizione: con un antipasto di insalata rosellina e uova sode, mortadella e cipollotti, coppa e salami a chilometro zero, una forma di gorgonzola e formaggi di capra.

Due i primi, uno dei quali introduceva direttamente al secondo: un piatto di tortelloni di ricotta di capra con spinaci al burro di malga, dai sapori delicati ma molto ben definiti e  un riso carnaroli allo zafferano con bocconcini di vitello stufati alla maniera dell’ossobuco.

Cappone in umido con funghi e un sontuoso purè è stato invece l’importante secondo piatto: e a conclusione uno zabaione dai sapori antichi con biscottini al burro.

DIECI AGRICOLTORI CHE NON TI ASPETTI

Un menu delizioso, che riportava ai “pranzi della domenica” di una volta, e che presentava ingredienti varesini “che non ti aspetti”: perchè se i formaggi di capra del caseificio di Paglia sono ormai (anche per varesenews e GlocalNews, dove Valeria Ciglia  è costante protagonista) una grande tradizione varesina, meno scontata è la forma di gorgonzola di Giangiacomo Medici di Marignano, che nella sua tenuta di famiglia alleva bovini e realizza formaggi di prima qualità.

Ancor meno scontato è il riso, che è si prodotto nell’epicentro del buon riso lombardo, Sartirana Lomellina, ma è prodotto dalla varesinissima azienda agricola riso Mignone. Un riso colorato “alla milanese” grazie allo zafferano di Morazzone, prodotto dai Giorgetti: Valerio è un florovivaista che ha realizzato giardini con i più grandi architetti al mondo, ma qualche anno fa ha deciso di destinare parte della sua terra, con la figlia, alla produzione di zafferano di altissima qualità.

La carne di vitello e la verdura sono invece di una famiglia di allevatori e agricoltori di Bobbiate di cui abbiamo già parlato: i Minonzio. Il cappone è invece di un giovane allevatore di Caronno Varesino, Claudio Bessega. Le uova sode dell’antipasto e quelle che hanno reso di un bel giallo paglierino lo zabaione arrivano invece da arcisate, dall’azienda agricola Fieni. La mortadella l’ha portata il Franz della Fattoria Pasquè di Bernate, Casale Litta mentre salame, pancetta e coppa li ha portati l’azienda agricola Talamona di Oltrona al lago, Gavirate. Il miele è dell’azienda agricola Mottalini.

Naturalmente, erano varesine anche le coppe di vino: sia le nuovissime “bollicine” Annette sia il vino rosso Materno erano infatti della cascina Ronchetto di Morazzone.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Marzo 2017
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