“Quelle tasse non erano dovute”, il fisco dà ragione all’impresa 23 anni dopo

Da un accertamento del 2000 sui redditi del '94 risultava che un'azienda di Lonate Pozzolo avrebbe dovuto pagare 400 milioni di lire di imposte ma nel 2017 è arrivata la sentenza definitiva

tasse

Secondo il fisco avrebbe dovuto pagare 400 milioni di vecchie lire per non aver contabilizzato alcuni ricavi della sua azienda nel 1994, lo Stato dà ragione all’impresa 23 anni dopo quando la Commissione Tributaria Regionale – a seguito del rinvio operato dalla Cassazione – ha annullato un avviso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate del 2000 relativo alla rideterminazione di un reddito di impresa relativo al 1994.

Nel frattempo le imposte contestate sono state abrogate o riformate, la lira è scomparsa da tempo e a Palazzo Chigi sono passati molti governi.

La vicenda giudiziaria comincia il 13 novembre 2000 quando l’Ufficio delle Imposte Dirette di Gallarate notificava ad una società con sede Lonate Pozzolo e attiva nel settore delle costruzioni, un avviso di accertamento per mezzo del quale rideterminava, in forza di asseriti ricavi non contabilizzati, il reddito d’impresa per l’anno 1994 ai fini IRPEG, ILOR e Tributo Straordinario Solidarietà in circa 400.000.000 di lire.

Dopo un primo grado, un secondo grado, la Cassazione operava un parziale rinvio. Il giudizio di rinvio presso la Commissione Tributaria Regionale di Milano – con sentenza 1282/2017 – ha accolto le tesi del ricorrente chiudendo definitivamente la questione. I Giudici hanno riconosciuto a favore della contribuente anche le spese di lite.

L’avvocato Dario Minella – partner di Minella Studio Legale di Busto Arsizio – legale dell’azienda ricorrente ha commentato una vicenda che ha assunto contorni surreali perchè molte cose sono cambiate da allora: “Siamo molto soddisfatti del risultato e dell’accoglimento totale delle tesi che abbiamo sostenuto. Nel sostenere le argomentazioni giuridiche quel che è risultato singolare a distanza di così tanti anni era discutere di imposte che nel frattempo erano state riformate o abrogate e di importi espressi in una valuta (la lira) da tempo sostituita dall’euro”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Marzo 2017
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