Uccise la moglie, il pm chiede 16 anni

Una richiesta per un delitto consumato a martellate che potrebbe far discutere, ma c'è una spiegazione

omicidio mombello

E’ di 16 anni di carcere la richiesta di pena per Roberto Scapolo, l’uomo di 47 anni che nel luglio del 2016 ha ucciso la moglie, Loretta Gisotti, con tre martellate in testa. Il pm, Flavio Ricci, ha contestato l’omicidio aggravato dal vincolo di parentela, ma è partito da una pena base di 24 anni concedendo in sostanza le attenuanti generiche che si sono equivalse con l’aggravante.

Lo sconto di un terzo della pena dovuto a chi sceglie, come in questo caso, il rito abbreviato ha determinato la richiesta di 16 anni di carcere che potrebbe sembrare lieve rispetto alla gravità dell’omicidio della moglie commesso con il martello, ma che tecnicamente deriva dal fatto che Scapolo non ha avuto le aggravanti che di solito portano la pena ai massimi livelli: fu un raptus, non premeditò, non infierì sul corpo con crudeltà, non agì per futili motivi.

Quello di Laveno Mombello è un femminicidio, ma anche nella conta della pena la stessa accusa sembra suggerire che non sia una storia come altre. Loretta non era sottoposta alle vessazioni del marito, che non la picchiava e non le aveva mai fatto dello stalking. La storia emersa in tribunale è purtroppo quella di una coppia in difficoltà e di un marito che ha ucciso all’improvviso, quella mattina, diventando carnefice, forse perché debole e poco capace di affrontare la propria difficile situazione familiare.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 14 Marzo 2017
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