Via Vigano chiusa da 5 mesi: “Quando riaprirà?”
Una lettera per chiedere conto della situazione di disagio che stanno vivendo i residenti della contrada, dove vivono otto famiglie
Via Vigano a Gazzada Schianno è bloccata da 5 mesi. La strada che collega via Gasparotto alla contrada dove vivono otto famiglie è chiusa per lavori che sarebbero dovuti durare poche settimane (cinque per la precisione, stando ai cartelli esposti), ma che si sono protratti in quello che sembra essere un tempo infinito.
Il Comune di Gazzada Schianno ed Rfi, titolare dei lavori, hanno ricavato un percorso alternativo nei campi per poter raggiungere le abitazioni della contrada, ma il percorso per via di piogge e neve è risultato accidentato per buona parte dell’inverno. Gli operai sono al lavoro, spesso anche di sabato, ma di notizie certe sulla fine dell’opera di consolidamento del sottopasso ferroviario non ce ne sono.
Una delle persone che abita nella contrada al confine tra Gazzada Schianno e Varese ha contattato un legale, l’avvocato Giuseppe Mantica, che ha scritto anche a VareseNews, per chiedere conto della situazione di disagio che stanno vivendo questi residenti. Ecco la lettera, che pubblichiamo proprio in concomitanza con la partenza dei lavori in via Gasparotto, dove sarà istituito il senso unico alternato per almeno 30 giorni.
Quali verità per la via Vigano di Gazzada?
Per quel che più preme, gli abitanti della contrada chiedono quando sarà riaperto l’unico accesso stradale pubblico di collegamento alla provinciale di via Gasparotto, chiuso da 5 mesi per dei lavori di sistemazione dell’intonaco del brevissimo sottopasso ferroviario. Da allora i residenti sono stati costretti a transitare lungo un percorso campestre ricavato in buona parte su un terreno il cui cancello è stato aperto e senza marciapiedi ed alcuna illuminazione: il buio invernale, le piogge e qualche nevicata hanno reso spesso impraticabile il cammino, soprattutto per i giovani che devono prendere i mezzi pubblici e che ben che sia andata, per mesi, si sono fatti luce con il telefonino azzardando di rientrare a casa la sera o di uscire in primo mattino. Questo percorso alternativo è tutt’altro che agevole diversamente da come viene ritratto dalla segnaletica che lo fa sembrare lineare. Da qui sorgono i quesiti verso l’amministrazione comunale, il sindaco è apparso su un noto quotidiano locale, due mesi orsono, come se fosse irato contro le Ferrovie e prodigo di attenzione sul caso (“durante un controllo in bicicletta mi sono resa conto dei calcinacci”). Viceversa, stando alla documentazione acquisita in sede di accesso, risulta che la caduta dei calcinacci era stata segnalata dai residenti e che la chiusura era stata chiesta dalle Ferrovie prima con telefonata e poi con posta elettronica, quindi il Sindaco ha ordinato la chiusura di via Vigano per il periodo di un mese. Seguiva, però, la sibillina conclusione del provvedimento espressa nella dicitura “e comunque sino al termine dei lavori”. Chi dirà perché da un mese si sia giunti a cinque mesi e non si vede ancora la conclusione del lavori? Forse non il Sindaco al quale da tempo sono stati chiesti gli atti di controllo sui lavori e sulle attività, e di rapporti con le Ferrovie per chiedere conto dei ritardi e magari ipotizzarne i danni; tuttora invece tali atti non sono stati concessi, semmai a significare che oltre le dichiarazioni giornalistiche nessuna funzione dell’amministrazione è stata mossa per la tutela della proprietà e la fruibilità dei cittadini? Saprà l’amministrazione quali arcani motivi rendono necessario per le Ferrovie un periodo di oltre cinque mesi per riparare un sottopasso?
Quale risarcimento attende i residenti di via Vigano costretti per tutto l’inverno a percorsi tortuosi e difficoltosi, impraticabili di giorno e nella profonda oscurità di notte?
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