Amore per il calcio e mani da sarto: così Paolo cuce capolavori

In una bottega di Milano Paolo Grechi, 40 anni, riproduce a mano, con precisione maniacale le divise di una volta. Dal Pisa al Dukla, da Scirea a Best

Le strisce di stoffa cucite una ad una, rigorosamente a mano. I colletti e i polsini studiati nel minimo particolare. Gli stemmi realizzati rispettando la tradizione e la grafica delle maglie storiche.

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Il calcio di una volta alla “Sartoria Sportiva” 4 di 24

Siamo in una bottega da sogno per gli appassionati del calcio di una volta, quello dell’olio canforato, del té caldo unico “integratore” ammesso, dei turbanti di benda insanguinati, delle scarpe di colore nero e stop. Dietro il bancone c’è Paolo Grechi e tre anni fa, nel 2014, ha creato la “Sartoria Sportiva Calcio Retrò” in un angolo della vecchia Milano, in via Ciaia 6, tra Bovisa, Dergano e Affori.

PALLONE E SARTORIA: DUE PASSIONI IN UNA

Quarant’anni, sposato e padre di due figli piccoli, ci racconta le sue passioni: il calcio e la sartoria. Mescolate in questo negozio di pochi metri quadrati, dove si sa quando si entra ma quando si esce, rapiti dalla bellezza di divise storiche rifatte e rivisitate grazie alla bravura e all’inventiva di questo (ex) ragazzo che nei suoi prodotti mette innanzitutto passione e cura maniacali.

«Tutto è partito da mia nonna, sarta» spiega Paolo Grechi mentre cuce una maglietta dell’Inter stile Anni Ottanta con grafica rivista da un cliente. «Io sono nato col pallone tra i piedi e qui ho unito la passione per la sartoria e quella per il calcio. Prima vendevo maglie storiche realizzate da altri, ma troppo spesso trovavo errori e imperfezioni: allora ho deciso di aprire il mio negozio e mettermi di persona alla macchina da cucire. Con i miei prodotti voglio dar libero sfogo all’immaginazione, facendo sì che chi cerca qualcosa di particolare qui lo possa trovare».

Sartoria Sportiva Calcio Retrò

VALE LA PENA ASPETTARE

Al muro del negozio di via Ciaia sono appese foto d’epoca di calciatori che hanno fatto la storia, da Cruyff (quando Paolo lo cita, alza le mani in segno di venerazione…) a Maradona, da Scirea a Riva. Ma anche vere e proprie chicche come l’Italia del ’34 o le immagini del portiere azzurro di allora, il celebre Combi. Insieme alle immagini, anche decine di magliette vintage (da calcio, ma anche da ciclismo rugby, basket, atletica), realizzate da Grechi su ordinazione: «In questi anni ne ho cucite veramente tante – racconta -. Chi viene da me sa che deve aspettare, che si può chiacchierare e creare un’atmosfera di empatia tra me e il cliente parlando di calcio e maglie storiche. Poi si progetta insieme il prodotto e lo si crea». Con un paio di “veti”: «Non posso riprodurre gli sponsor, o almeno quelli ancora in attività, non avendo il permesso di utilizzare i marchi. Questo purtroppo è uno scoglio per gli amanti del basket e in parte del ciclismo, dove gli abbinamenti commerciali sono sempre stati compresi nel nome delle squadre. E poi, per le mie realizzazioni, utilizzo il cotone: le mie maglie sono fatte per essere indossate e non per essere appese al muro. Quindi non ha senso riutilizzare tessuti di un tempo, oggi improponibili».

Per avere una maglietta realizzata dalla Sartoria Sportiva Calcio Retrò ci vogliono 20/25 giorni circa. Si può contattare Paolo su Facebook, oppure andare in negozio e passare qualche minuto di svago, dando sfogo alla fantasia e ai ricordi.

Sartoria Sportiva Calcio Retrò

DAL DUKLA AL ROSARIO, DA BEST A BERGGREEN

«Io giocavo a pallone nella Garibaldina – racconta ancora il sarto retrò mentre ci mostra la maglietta di quando era ragazzino – e la storia delle squadre e delle divise mi ha sempre appassionato: ci sono racconti bellissimi su come sono nate ad esempio quelle legate alle squadre di Milano, Inter e Milan: i colori, le righe, i numeri. Anche la sartorialità mi ha sempre appassionato, grazie a mia nonna. La prima maglia che mi sono fatto è stata quella del Dukla Praga, la squadra con cui iniziai a giocare a Subbuteo. Le mie preferite? L’Olanda ’74, poi le argentine: River e Boca, Rosario, San Lorenzo, Argentinos Junior. E ancora quella del Manchester United di George Best, che per me e per la mia attività è il personaggio chiave. Ma anche West Ham, Ipswich… Recentemente poi ho fatto un lavoro per i 108 anni del Pisa: ho riprodotto la maglia del ’59, una divisa particolare presentata sabato 8 aprile all’Arena Garibaldi: quando ho visto i giocatori entrare in campo con la mia maglia ho provato un’emozione fortissima. E me ne hanno ordinate parecchie al di fuori dell’evento, tutte con il numero di Berggreen». Perché un tempo ogni città, ogni squadra, ogni tifoseria, aveva il suo idolo indiscusso, che fosse un fenomeno mondiale o “solo” il condottiero di una “provinciale” che per questo motivo è ugualmente rimasto nella memoria collettiva.

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Pubblicato il 15 Aprile 2017
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