Chiusura notturna dei valichi: confronto italo-svizzero in Regio Insubrica

Questa mattina nella sede di Mezzana, autorità italiane e svizzere si sono incontrate sulla questione che sta creando qualche tensione nel dialogo transfrontaliero

Sindaci schierati per protesta davanti al valico di Cremenaga

Un confronto con diversi interventi, anche molto diretti, ma nel complesso disteso quello che è avvenuto questa mattina nella sede di Mezzana della Comunità di lavoro Regio Insubrica con rappresentanti della Confederazione elvetica, della Regione Lombardia, delle province di Varese e Como e di alcuni comuni italiani e svizzeri della zona di confine..

All’incontro, presieduto dal segretario Giampiero Gianella e coordinato dal delegato per le relazioni esterne del Cantone Ticino, Francesco Quattrini,  hanno preso parte in qualità di relatori Decio Cavallini, Capo Gendarmeria della Polizia cantonale, Christophe Cerinotti, del Centro di Cooperazione di Polizia Doganale, Davide Bassi, del Comando Regione delle Guardie di confine reg. IV e Sergio Miragoli della Direzione Sicurezza e Protezione Civile di Regione Lombardia.

Al centro dell’incontro la sperimentazione della chiusura notturna dei tre valichi di Nvazzano-Marcetto, Pedrinate e Ponte Cremenaga che ha preso il via sabato 1° aprile.

 

Un provvedimento – hanno spiegato i rappresentanti elvetici – messo in atto dal Consiglio Federale in risposta alla mozione presentata nel maggio 2014 dalla Consigliera nazionale Roberta Pantani, relativa all’opportunità di chiudere i valichi secondari tra la Svizzera e l’Italia per ragioni di sicurezza.

All’incontro era presente il presidente della Provincia di Varese, Gunnar Vincenzi: “Da parte mia ho sottolineato l’ottima collaborazione che esiste su tanti progetti tra Italia e Svizzera e la piena fiducia nell’apparato di sicurezza della Confederazione. Ma proprio per questo è ancora più inspiegabile la carenza di dialogo a livello politico e istituzionale su questo provvedimento. Sarebbe stato più utile e corretto che l’incontro di questa mattina fosse avvenuto qualche mese fa, e non dopo tre giorni dalla chiusura dei valichi, attuata senza comunicazioni a livello ufficiale”.

Per Gunnar Vincenzi, si tratta inoltre di un provvedimento di dubbia efficacia: “Da una parte si segnala che i furti sono in diminuzione nella zona del Malcantone, del Luganese e del basso Ticino, dall’altra si decide la chiusura notturna quando furti e rapine avvengono per lo più di giorno. Abbiamo chiesto dei dati, che servano alla fine dei sei mesi di sperimentazione per valutare se il provvedimento ha portato dei risultati oppure, come crediamo, se non avrà avuto alcun effetto”.

All’incontro era presente anche Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa e presidente dell’Associazione italiana comuni di frontiera. “Un incontro cordiale e franco. I rappresentanti italiani, ma anche qualche comune ticinese hanno ribadito soprattutto che non aver informato e condiviso il provvedimento con le autorità italiane non è stato corretto. Oltre ad essere una scelta poco efficace, si rischia di mortificare lo spirito di collaborazione e cooperazione che ha animato tutti gli interventi di politica transfrontaliera e tante scelte condivise negli anni al di qua e al di là del confine”.

Il tavolo della Regio Insubrica si aggiornerà per valutare gli esiti della sperimentazione e approfondire possibili ipotesi di collaborazione in questo ambito.

Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Aprile 2017
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