Come si fa a catalogare la magia del volo delle farfalle?

Il Parco del Ticino propone un corso di butterflywatching, monitoraggio delle cento specie di insetti volanti. I dati saranno raccolti nell’Atlante delle farfalle che sarà pubblicato nel 2020

Farfalla

Un corso di butterflywatching dedicato alle tecniche di riconoscimento e al monitoraggio delle farfalle nel territorio del Parco. Il corso, organizzato dal Parco del Ticino, ha come obiettivo quello di coinvolgere studiosi e appassionati nell’aggiornamento dei dati che saranno raccolti nell’ Atlante delle Farfalle del Parco del Ticino che sarà pubblicato nel 2020.

L’iniziativa rientra nelle azioni del Progetto Life+15 Ticino BioSource , finanziato dalla Comunità Europea, che si pone come obiettivo principale l’incremento della biodiversità nel Parco. La notevole importanza di tale progetto è da ricercare nel fatto che il Parco Ticino rappresenta un elemento di importanza continentale per la conservazione della biodiversità ed è un corridoio ecologico fondamentale in quanto di raccordo tra l’orizzonte alpino e quello appenninico. Garantire la salute degli ecosistemi e delle comunità animali del Parco assume pertanto un’importanza che va ben oltre l’aspetto territoriale e conferisce al progetto l’interesse in ambito continentale che gli è stato riconosciuto dall’Unione Europea attraverso il suo finanziamento.

Le farfalle, un gruppo di insetti rappresentato nel Parco da circa cento specie di cui alcune rare, sono da tempo oggetto di interesse da parte di numerosi studiosi e appassionati, i quali negli anni hanno contribuito ad accrescerne la conoscenza, fornendo un fondamentale contributo, ad esempio, per la recente pubblicazione della checklist del Parco. Ciononostante la conoscenza attuale non può considerarsi esaustiva, in quanto non omogeneamente distribuita sul territorio, una lacuna questa che va colmata sia per un mero scopo conoscitivo sia per poter progettare eventuali azioni di gestione, siano esse mirate alla conservazione della comunità intera o siano invece dirette ad alcuni siti o specie di particolare interesse.

Per questi motivi si è deciso di procedere con una ricerca per ottenere una “fotografia” della situazione attuale; questo per mezzo di un Atlante di distribuzione che prenderà in esame l’intero territorio del Parco e la sua comunità di farfalle. I rilevamenti prenderanno in considerazione il periodo 2017-2019 e porteranno (nel 2020) alla pubblicazione di un volume da considerarsi un fondamentale strumento per la divulgazione e la gestione delle specie e degli habitat del Parco.
La ferma volontà dell’Ente Parco di incentivare la partecipazione del pubblico alla ricerca, ha suggerito di procedere adottando i criteri della citizen science, una modalità che prevede appunto il coinvolgimento di chiunque sia interessato a partecipare nella raccolta dei dati di campo e, in questo caso (citizen science di tipo collaborativo), anche ad alcune fasi di impostazione e organizzazione dei rilevamenti stessi.

Questa strategia da una parte genera una serie di effetti positivi: coinvolgimento e quindi affezione al luogo, un maggior numero di dati raccolti, incremento della cultura naturalistica. Inoltre sono previsti diversi momenti di condivisione del sapere e di censimento collettivo.
Per conseguire questi importanti scopi, grazie anche alla disponibilità del curatore scientifico Francesco Gatti , sono stati previsti tre corsi di butterflywatching: il primo che avrà inizio il 28 aprile presso il Centro Parco La Fagiana mentre i successivi si terranno negli anni 2018 e 2019 in località del Parco in provincia di Varese e di Pavia ancora da definire.

«In sede di presentazione del Progetto Life Ticino BioSource –commenta del consigliere delegato alla Fauna Fabrizio Fracassi – avevamo sottolineato come esso presenta dei valori aggiunti assolutamente importanti. Questo è uno dei casi: accanto al rigore scientifico nella organizzazione e nella raccolta dei dati di distribuzione delle diverse specie di Lepidotteri chiediamo il coinvolgimento degli appassionati con l’obiettivo di raggiungere due scopi: il primo è quello di avvicinare al Parco le persone a diverso titolo appassionate alla natura. Il secondo scopo è che con questa operazione (i tre corsi programmati oltre ad altri appuntamenti in preparazione) si propone una formidabile occasione di accrescere e diffondere la cultura naturalistica del nostro meraviglioso Parco».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Aprile 2017
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