Dopo lo strappo dei ferrazziani c’è agitazione in maggioranza

Dopo la seduta di consiglio saltata. Scontato? In realtà ci sono posizioni diverse. Caielli: "I ferrazziani dovrebbero dimettersi". Ma c'è anche chi non è d'accordo con il sindaco

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A quindici giorni dalle dimissioni di Franco Liccati e dopo il passo falso sul bilancio (consuntivo), nella maggioranza che sostiene il sindaco Andrea Cassani c’è un problema evidente. E nessuno lo nega, anzi. Sembra arrivato il momento per sciogliere qualche nodo. Anche a costo di andare allo scontro aperto, per alcuni.

Il primo cittadino nella giornata di venerdì 28 aprile ha ribadito: «Non si sono presentati, io ho tratto solo la conclusione: queste persone non fanno più evidentemente parte della mia maggioranza». Cogliendone anche l’aspetto positivo: «Ora sono più chiari i confini della maggioranza».

«I ferraziani hanno condiviso in commissione, ma poi in consiglio non erano presenti e non hanno votato: risulta lampante che ci sia stato uno strappo di carattere politico» ragiona il presidente del Consilio comunale Donato Lozito. «Il sindaco ha già espresso la sua valutazione, penso anche la coalizione si esprimerà in futuro».

Va giù duro il segretario della Lega Nord Giorgio Caielli: «Direi che c’è una enorme differenza tra quello che i ferrazziani dicono e quello che fanno. Per noi hanno perso totalmente di credibilità: nei giorni scorsi hanno dichiarato che ci sarebbero stati, fino a poche ore prima. Hanno avuto un comportamento scorretto e l’hanno fatto non per il bene della città: se ci fosse stato un distinguo su un punto politico si sarebbe potuto discutere, ma non su un voto tecnico sul bilancio. Far spendere soldi ai cittadini per una nuove seduta è un capriccio che qualifica le persone che hanno provocato questa situazione». Caielli condivide il giudizio del sindaco sui consiglieri Carabelli e Fichera. «Si sono posti fuori dalla maggioranza. Se vogliono rimanerci devono dimostrarlo coi fatti . Ma dico di più: per quanto mi riguarda hanno tradito il mandato elettorale che li aveva visti eletti nelle fila della Lega Nord, per coerenza dovrebbero dare le dimissioni. E mi auguro che ci si ricordi alle prossime elezioni, quando verranno a chiedere posti».

Diversa la lettura di Giuseppe De Bernardi Martignoni, che rappresenta un azionista minore del centrodestra, essendo unico consigliere di Fratelli d’Italia. «Sono amareggiato da quanto successo, ma credo sia troppo dire, come ha fatto il sindaco, che sono fuori dalla maggioranza» spiega. «Fratelli d’Italia non la pensa così. È problematico ed emblematico che si arrivi in consiglio comunale a mostrare divisioni di questo tipo: non è il luogo deputato, le questioni devono essere discusse altrove». Martignoni sembra riecheggiare un po’ le preoccupazioni di Libertà per Gallarate sulla scarsa collegialità delle decisioni.  «In tempi non sospetti (in occasione delle dimissioni di Liccati, ndr) io avevo detto “nè kaiser nè mullah”». Il riferimento era a Cassani e Caianiello, vale a dire ai leader di Lega e Forza Italia. Come dire: ci sono anche le forze minori, non si possono tralasciare. «Le decisioni non devono essere prese al di fuori dal confronto con l’intera maggioranza».

Veste le parti del mediatore della maggioranza, invece, Alberto Bilardo, di Forza Italia. «Anche noi abbiamo espresso posizione critica palese, senza tenerla nelle segrete stanze», premette, evidenziando la differenza con il comportamento dei ferrazziani. «Ora ci proporremo, quale forza riformista e liberale, per creare uno spazio per trovare la sintesi necessaria. Che ha come obbiettivo mantenere il perimetro della maggioranza e procedere verso una rapida attuazione del programma. Fino ad oggi abbiamo dovuto raccogliere i cocci dell’amministrazione Guenzani: ci sono tanti contenziosi, alcuni amministratori sono giovani e hanno dovuto prendere le misure in questi mesi. Ora è il momento di portare avanti il programma». Bilardo circoscrive le difficoltà della maggioranza («Scorretto parlare  come fa l’opposizione di maggioranza non coesa») e conclude dicendo che «spazi per cercare una soluzione ci sono, bisogna mettersi in ascolto reciproco». Proporrete un incontro prima del consiglio del 2 maggio? «Spetta alla Lega, che è primo partito di questa maggioranza. Se il segretario Caielli fa dei passi, noi non ci tireremo indietro».

E adesso? Adesso si riparte da martedì sera, 2 maggio. «La seduta si scioglie e prosegue in seconda convocazione il giorno 2, dal momento in cui si è interrotta», spiega Lozito (la convocazione è già arrivata, nella mattina di oggi, venerdì 28 aprile).  Ma nel frattempo ci sarà un confronto in maggioranza? Un vero tavolo come chiedeva Libertà per Gallarate? Pare di no. «Aspettiamo martedì per vedere cosa succede, intanto» chiosa Giorgio Caielli per la Lega. Quanto ai ferrazziani, Luca Carabelli ha già risposto con una battuta, sul consiglio di martedì: «Consulto l’agenda, se non ci sono avviso». Una battuta. Ma stiamo a vedere cosa succede davvero, martedì.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 28 Aprile 2017
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