” È stata la migliore decisione presa in vita mia!”

Niccolò Parrino è uno studente del liceo Cairoli. Nel gennaio scorso è partito per vivere un semestre scolastico in Nuova Zelanda. Una scelta che non rimpiange nonostante i piccoli intoppi incontrati

Niccolò Perrino. studente in Nuova Zelanda

« È stata la migliore decisione che abbia preso in vita mia». Niccolò Parrino, studente del liceo Cairoli di Varese, non ha dubbi: la scelta di accettare l’offerta di Wepsalire sull’aereo e trasferirsi sei mesi in Nuova Zelanda gli sta facendo vivere un’esperienza che gli servirà nella vita.

Da gennaio , Niccolò ha preso quell’aereo senza pensarci: « Ho scelto di partire quando ho capito cosa avrei perso lasciandomi sfuggire questa occasione. Ho lasciato l’Italia perché sentivo di dovermi allontanare dal luogo sicuro dove ho vissuto tutta la vita, per avere più ampie vedute. Ho lasciato Varese sapendo poco del paese in cui avrei vissuto per 6 mesi, la Nuova Zelanda».

L’arrivo a Takapuna, piccola città molto vicina ad Auckland, come capita a volte, crea qualche problema di adattamento: « Questo paese è completamente diverso dall’Italia. La Nuova Zelanda è rinomata per gli sport estremi e i paesaggi unici. Dell’Italia, però, mi manca la storia, la culturale assolutamente inesistente qua. Mi mancano le diversità che troviamo in Europa, che vanno ben oltre quella ambientale. Insomma, ci sono aspetti positivi e negativi sia riguardo a un paese vecchio come l’Italia, sia a uno nuovo come la Nuova Zelanda».

La società neozelandese gli trasmette subito un valore importante: « Dove mi trovo ho notato come prima cosa la libertà che pervade la società. Dalla scuola, alla famiglia, ti senti più indipendente e meno obbligato a rispettare certi cliché imposti. Ma tutta questa libertà ti obbliga a diventare più responsabile e presente nell’affrontare le ricadute delle decisioni. Una lezione che mi servirà in futuro. In Nuova Zelanda vivo sempre con la sensazione di avere distanze grandi tra me e gli altri, perché le dimensioni sono tutte amplificate rispetto a un territorio così denso e concentrato come quello europeo dove sono cresciuto». 

Problemi di integrazione ci sono stati e anche complessi: « Qualche problema da affrontare c’è sempre sempre: parlo a chi vuole intraprendere questo stesso percorso. Io ho affrontato e continuo ad avere problemi in famiglia, problemi a scuola, problemi con soldi, con organizzazione, la lingua, le amicizie e così via. Personalmente ho dovuto affrontare una questione seria nella mia famiglia ospitante: il cibo. Io, allenandomi molto, ho trovato le quantità a disposizione piuttosto scarse. Così, mi sono organizzato: vado a farmi la spesa ogni settimana,i genitori ospitanti mi rimborsano e mi cucino il pranzo». Nonostante i suoi sforzi, la cucina rimane il grande lato debole di questa esperienza: «Ovviamente non può mancare la mancanza per il cibo italiano! Ormai sono abituato a nutrirmi di panini, surgelati e precotti. D’altra parte, essendo la Nuova Zelanda un paese d’immigrazione, c’è una offerta estremamente varia di cibi esotici che Varese non può offrire»

Insomma, le sfide sono tante e la necessità di sapersi adattare detta le regole: « A volte risulta essere molto faticoso, ma questa non è una vacanza, è un’esperienza di vita utile a acquisire capacità e valori che non è possibile ottenere restando comodi a casa (con questo non intendo forzare qualcuno a seguirmi, ci sono mille possibilità simili a questa)». 

Un mito che Niccolò ha dovuto sfatare è quello scolastico: « È vero che qua è molto più semplice e meno pesante. Questo, nel mio caso, mi ha permesso di sviluppare molti nuovi interessi nel tempo libero. Mi piace moltissimo inoltre la grande offerta di corsi che si trova nelle scuole. Per fare un esempio io seguo fotografia ma anche matematica avanzata. Ci sono materie per tutti e questo è molto pratico». 

Al di là dei dettagli “tecnici”, rimane il fascino di un’esperienza che ti crea contatti con il mondo: « Uno dei miei aspetti preferiti di questa esperienza rimane la diversità culturale che ho trovato tra gli studenti a scuola. Siccome mi trovo in una grande scuola, una destinazione popolare per diversi studenti da tutto il mondo, ho avuto la possibilità di stringere amicizia con miei coetanei da paesi come Messico, Tailandia, Giappone, Brasile, USA e così via. E’ sempre interessante frequentare persone così diverse provenienti da contesti culturali così diversi». 

«Per concludere, voglio ricordare a ciascuno che ha ancora la possibilità di scegliere di partire. Senza pensarci troppo, partite. Se avete paura, partite per sconfiggerla. Partite per non avere il rimorso di non aver afferrato una tale occasione. Partite per vedere di cosa siete capaci e ne rimarrete stupiti». 

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Aprile 2017
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