Grande festa per il nuovo 25 aprile di Varese

Un lungo corteo, con tanto di banda, ha attraversato il centro della città ricordando la festa ai varesini. Che hanno partecipato in molti all'evento

Una grande festa durata tutta la mattina del 25 aprile e un lungo corteo che ha attraversato, con tanto di banda, tutto il centro cittadino, riempiendosi man mano di gente. E’ stata una vera “festa della Liberazione” quella che si è celebrata a Varese questa mattina, 25 aprile 2017.

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In prima fila, ovviamente, il sindaco Davide Galimberti (con la famiglia e i figli) che ha fortemente voluto questa nuova versione delle celebrazioni, più intensa e popolare, il presidente della sezione Claudio Macchi dell’Anpi, Margherita Giromini, che ha coordinato praticamente le celebrazioni,  il Prefetto Giorgio Zanzi, il vicepresidente della provincia Marco Magrini, il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo, i deputati Chiara Gadda e Daniele Marantelli, il consigliere regionale Alessandro Alfieri, assessori e consiglieri comunali. Ma non mancavano i parenti di chi la resistenza l’ha fatta: in particolare il nipote di Renè Vanetti e il figlio di Claudio Macchi.

UN CORTEO IN CUI TUTTI ERANO INCLUSI

Ma la più interessante caratteristica del lungo corteo – che è partito dall’arco Mera con una prima deposizione di corone ai caduti, ha attraversato corso Matteottti, piazza Monte Grappa e via Volta, per fermarsi ad una prima tappa in piazza Repubblica, dove sono state deposte per la seconda volta corone ai caduti,  per poi proseguire per via Avegno e Cavour fino a largo della Resistenza, dove è stata fatta la terza deposizione di corone  ai caduti e poi attraversare ancora parte di corso Matteotti, via del Cairo, Via Robbioni e via Sacco, prima di entrare a palazzo Estense – era la presenza di una grande rappresentanza, va via divenuta più importante con lo snodarsi del corteo, dei tanti cittadini che volevano testimoniare la Resistenza, storica e attuale. Dai partigiani cattolici – che hanno aperto la mattinata partecipando alla messa in san Vittore celebrata da monsignor Luigi Panighetti, che ha ricordato la figura di un partigiano cattolico notissimo per altri motivi, don Vittorione Pastori – ai mazziniani, dalle “Donne in Nero” alle famiglie con bambini.  Con due colorate e significative presenze organizzate: il coro partigiano Rebelde (che ha intonato per tutto il corteo “canti alternativi” alla banda che guidava la sfilata) e una folta rappresentanza di Arcigay Varese. In un corteo, lunghissimo (si è parlato di 2000 persone) e davvero inclusivo di tutti coloro che sentono come parte della propria vita, per i motivi più diversi, il 25 aprile come una genuina festa della Liberazione di tutti gli italiani.

LE RIFLESSIONI AL SALONE ESTENSE

La parte di riflessione, che si è svolta al salone Estense, ha visto anche la consegna, da parte del prefetto Giorgio Zanzi, della prima medaglia della Resistenza concessa dalla Prefettura di Varese: data a Goffredo Chinzi, che ha passato la sua vita lavorativa nella Guardia di Finanza ma ha innanzitutto vissuto i momenti della Resistenza.

Dopo il discorso del sindaco Davide Galimberti, commosso alla prima sua cerimonia per la Liberazione a Palazzo Estense (nel video, il discorso integrale) quello della presidente Anpi Margherita Giromini, che ha citato con affetto il tema di un ragazzino, Francesco, su Perlasca sottolineando che «Se è possibile avere una lucida coscienza civile a 11 anni, e perchè insegnanti, genitori, e tutta una società hanno lavorato perchè questo continui ad avvenire», una lunga prolusione dello Storico Antonio Orecchia, docente all’università dell’Insubria, ha riportato il pubblico – che ha riempito salone Estense fino all’ultimo minuto, senza abbandonare mai la cerimonia – ai momenti in cui la festa della liberazione si è formata, ripercorrendo quel periodo lunghissimo che dopo l’8 settembre ha lasciato l’Italia senza una guida e senza nulla in cui credere, se non alla propria libertà, svelando il coraggio e la determinazione degli italiani, che «Quando credono in quello che combattono, sono combattenti valorosi e determinati» e ricordando come «I partecipanti alla resistenza non erano “una parte dell’Italia” ma  lo specchio dell’Italia intera: vi parteciparono studenti e professori, operai e industriali, uomini e donne, intellettuali e gente semplice. Ognuno con una sua motivazione di fondo, ma con un obiettivo comune: liberare l’Italia».

«È fondamentale ricordare e celebrare ogni anno questa ricorrenza – ha commentato, in conclusione dell’incontro, il presidente del consiglio Regionale Raffaele Cattaneo – perché ciascuno di noi possa fare memoria in maniera autentica, senza ideologie, divisioni o interessi di parte , dei valori della libertà e della democrazia pagati con il tributo di sangue da tutti coloro che nel passato hanno combattuto con tutte le loro forze per consegnare a noi e ai nostri figli di poter vivere in un Paese libero dalle dittature e dal totalitarismo».

 

 

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Aprile 2017
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