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Il sindaco-imprenditore che non si ferma mai: «Innovo dal 1994 e non mi sono più fermato»

All’Alba Srl di Arcisate le nuove tecnologie sono di casa. E fra pochi mesi arriverà una nuova macchina orgoglio del Made in Italy. Perché «o investi nell’innovazione o esci dal mercato», dice il titolare

Alba srl - FaberNews43

Nove collaboratori, due soci, una nuova macchina di flexografia in arrivo – tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto – per un investimento di alcune centinaia di migliaia di euro. Angelo Pierobon, sindaco di Arcisate e fondatore dell’Alba Srl, in tutto quello che è Industria 4.0 ci crede.

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«Non è facile, soprattutto in questi momenti – dice l’imprenditore – ma il discorso, forse perché banale, non è da tutti accettato: o investi nelle nuove tecnologie oppure esci dal mercato». Soluzioni alternative sembra non ce ne siano. E così la pensano in questa impresa nata nel 1985 (all’epoca Pierobon aveva ventidue anni), dedicata alla produzione di piccoli sacchetti di plastica per gli usi più disparati (si va dalle posate in pvc alla carta igienica), da sempre attenta a quello che è innovativo. «Nel 1994 abbiamo acquistato la prima macchina di flexografia – prosegue Angelo – ed è stato subito un cambiamento importante perché abbiamo esteso le nostre tipologie produttive, l’azienda è cresciuta, la flexografia è stata in grado di soddisfare il core business della nostra attività. Così nel 1999 ne abbiamo acquistata un’altra».

E a quella Pierobon ha aggiunto alcuni macchinari come il montaclichè, per il montaggio dei polimeri per una stampa di altissima precisione. Si direbbe si stia dibattendo di particolari, ma sono proprio questi a fare la differenza in un’azienda come la Alba. Un particolare che passa dalla definizione dei colori, dalla velocità, dalla tempestività e dalla scelta di entrare nel futuro con grande praticità. Perché va bene il film intorno ai piatti o a i tovaglioli di carta, a patto che sopra ci siano scritte e colori.

Così nel 2016 i fratelli Pierobon – Angelo e Roberta – fanno il passo successivo: «Le macchine acquistate in precedenza erano ormai sorpassate, quindi la scelta era quasi obbligata: così ordiniamo una nuova flexografica, quella che arriverà in agosto e che è pronta a cambiare, ancora una volta, i nostri equilibri». Una macchina tutta Made in Italy realizzata a pochi passi da Brescia, «perché gli italiani sono tra i leader mondiali nella produzione di queste macchine: ce la giochiamo, giusto giusto, con qualche tedesco».

Quella Germania dove l’Industria 4.0 è nata tempo fa e alla quale le imprese italiane, anche quelle piccole, non possono più sottrarsi. Il perché ce lo dice, ancora, l’imprenditore di Arcisate: «La scelta è stata dettata da una necessità: non avere una macchina 4.0 ti fa perdere in produttività e competitività. Nel nostro settore le richieste dei clienti sono sempre più mirate, le grafiche devono essere molto più complesse rispetto a pochi anni fa, devi essere pronto a rispondere in tempo reale. Anche con prodotti a sette o otto colori». A questo si aggiunge la trasformazione tecnologica: «Una volta le macchine erano elettroniche, meccaniche o elettromeccaniche. Oggi c’è l’elettronica: tutto si comanda da un quadro elettrico, ci si interfaccia direttamente con il sistema gestionale, si fa assistenza remota. Insomma si tratta di un’evoluzione che interessa tutta la complessità del processo di stampa, da un punto di vista sia qualitativo che produttivo. E infine c’è la necessità cronica di restare sul mercato e, di conseguenza, di dover aumentare la produzione abbassando i tempi di consegna».

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Pubblicato il 28 Aprile 2017
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