La casa che rimette la testa in ordine

Un alloggio protetto dove i pazienti con disagio psichico riacquistano sicurezza e autonomia prima del reinserimento nella vita di tutti i giorni. Un progetto sostenuto da una rete di soggetti attivi sul territorio

Avarie

Da domani mattina, mercoledì, a Luino saranno disponibili due posti in una residenza protetta che il Comune ha prestato all’azienda ospedaliera per aiutare il reinserimento di pazienti con problemi di natura psichica.

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La “consegna delle chiavi” è avvenuta questa mattina alle 11 in un momento pubblico molto sentito da istituzioni e amministratori, ma anche dagli operatori sanitari e dal mondo associativo.

È questo modello di fare rete sul territorio che è piaciuto al sindaco Andrea Pellicini, presente all’incontro, ma anche al presidente della Comunità Montana Valli del Verbano Giorgio Piccolo che ha elogiato la possibilità di offrire questa casa per reinserire persone che provengono da un percorso di cura che non fa riferimento solo alla città di Luino, ma anche agli altri centri del distretto.

Un appartamento per riacquistare la stima di sè, combattere il disordine mentale, il disagio psichico con pochi gesti quotidiani ma fondamentali per responsabilizzarsi e affrontare la vita gradino dopo gradino. Tutto sotto la supervisione del personale sanitario che segue i diversi pazienti, ne valuta le condizioni e decide se e quando fare percorrere il passo in più verso la guarigione, prima del ritorno in famiglia, prima – si spera – di tornare a lavorare.

I posti che questa struttura offre – non diciamo l’ubicazione per comprensibili questioni di riservatezza e protezione – sono due. Bastano per le esigenze del territorio? «Sì, bastano perché si tratta di sistemazioni che vengono modulate sulla scorta delle diverse condizioni dei pazienti – spiega Isidoro Cioffi direttore psichiatria del Verbano e direttore del dipartimento salute mentale – e perché non sono le sole. In pratica questa struttura è un passo in più verso l’indipendenza, e il ritorno alla routine». «E due, peraltro, è il numero perfetto, per questo genere di progetti: tre ospiti sarebbero stati troppi. La coppia è ideale perché non innesca situazioni di conflitto».

Artefice e madrina di questa operazione è stata l’assessore ai servizi sociali Caterina Franzetti («un rullo compressore», l’ha descritta scherzosamente il sindaco Pellicini) che ha ricordato la genesi di questa avventura, partita anni fa con una prima struttura a Cassano Valcuvia, ora arrivata a Luino, un luogo più agevole, con maggiori servizi e a portata di mano. L’alloggio è stato ristrutturato con specifico finanziamento da parte della Fondazione Cariplo e senza alcun costo per l’amministrazione comunale; inizialmente l’immobile era stato concesso in comodato alla Cooperativa “Lotta contro l’emarginazione”, partner anch’essa del progetto.

Una casa per combattere il disagio mentale

«L’obiettivo di questa operazione è quello di creare e potenziare la rete di aiuto alla persona, accompagnandola in un percorso di cambiamento della propria condizione seguendo la strada del reinserimento – ha commentato l’assessore Franzetti (nella foto sopra col dottor Cioffi) – . E questo si è reso possibile grazie ad un grande lavoro di squadra fra amministrazione, associazioni e sanità pubblica».

Per l’ASST Sette Laghi (l’ospedale) era presente il responsabile sanitario dottor Carlo Alberto Tersalvi che ha portato i saluti del dg Callisto Bravi e ha ricordato come «l’elemento della restituzione del paziente con disagio psichico sia importante però se combinato con un tessuto sociale che lo sostenga. Per questo la possibilità di vivere in autonomia è determinante. Questa alleanza tra istituzioni lo permette e consente all’ospedale di “uscire” sul territorio».

Importante anche il lavoro dei famigliari di queste persone, rappresentate dalla signora Giovanna Binda, Presidente dell’Adiapsi (famiglie con figli con disagio mentale) che ha ringraziato per il risultato ottenuto auspicando che i progetti vengano abbinati a campagne di inserimento lavorativo.

Molti, si diceva, gli amministratori locali: era presente il sindaco di Brissago Valtravaglia, Maria Grazia Campagnani, l’assessore di comunità montana e consigliere comunale a Luino Simona Ronchi e la collega Laura Frulli, oltre alla consigliera comunale di minoranza Enrica Nogara e la Presidente della Commissione Welfare del Comune di Luino Giovanna Ballinari.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Aprile 2017
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