La consulta Crenna-Moriggia non è partita benissimo
C'è stata discussione e tensione nella scelta del presidente, si è proseguito con qualche altro scontro
La foto finale dice un po’ tutto, di come è finita la prima seduta della Consulta Crenna-Moriggia. Molta tensione, tempi lunghi, una discussione accesa hanno fatto sì che l’esordio della consulta dei quartieri collinari abbia scontentato molti: si preannuncia un clima piuttosto teso.
Veniamo al punto: la consulta si è divisa sulla scelta del presidente, con una sorta di braccio di ferro tra Rossano Ferrazzano e Luisa Peletti. Una prima votazione (in cui era candidato anche Germano Cagniney, secondo più votato) si è conclusa con un nulla di fatto. Inevitabilmente, perchè per eleggere il presidente servono tre voti su cinque membri. È seguita una riunione a porte chiuse, che però non ha risolto nulla.
Alla seconda votazione si è arrivati ancora divisi. Luisa Peletti ha ottenuto due voti, il suo e quello di Cagniney. Ferrazzano è stato invece votato da Paola Bertolaccini ed Enzo Crispino, due voti che sommandosi alla mano alzata dello stesso candidato hanno determinato l’elezione valida. La decisione ha fatto infuriare Luisa Peletti: «Io ho preso 144 voti dai cittadini, poi del triplo di quelli presi dal signore» (va comunque ricordato che il regolamento prevede l’elezione del presidente da parte dei consiglieri). Peletti ha contestato anche la presunta scorrettezza di Ferrazzano, che nei giorni scorsi non aveva esternato la sua volontà di candidarsi.
Tutto finito? Non proprio. Ferrazzano – fin dalla campagna elettorale – ha rivendicato il suo approccio particolare: insieme ai candidati della destra radicale del Movimento Nazionale per la Sovranità, è stato l’unico ad aver dichiarato una appartenenza politica, con l’adesione al Fronte Sovranista (un partito in fase embrionale, di cui è anche dirigente). Ferrazzano, da presidente, ha poi specificato di voler sviluppare con la Consulta «una relazione a due sensi con la cittadinanza», puntando da un lato a «raccogliere interessi ed esigenze dei quartieri», ma anche di «promuovere la conoscenza delle istituzioni che stanno a monte di Crenna e Moriggia, partendo dal consiglio comunale» (nell’intervista a VareseNews lo spiegava più diffusamente già a marzo). Il neopresidente ha anche espresso la sua volontà di consentire che la consulta si riunisca a sedute alterne a Crenna ma anche a Moriggia, con «l’intenzione di trovare un luogo idoneo per trovarsi in entrambi i uartieri».
Lozito ha proposto anche di rinviare l’elezione di vicepresidente e segretario. Anche perchè su questo punto si è intravisto un altro possibile fronte di scontro: Ferrazzano, come gesto distensivo, ha proposto la vicepresidenza a Luisa Peletti. Che però è crennese come Ferrazzano: «Crenna avrà sia il presidente sia il vicepresidente?» si è chiesto criticamente Cagniney (che è di Moriggia), aprendo un primo dualismo. La stessa Peletti ha escluso poi di accettare un accordo: «non accetterò questa nomina». Più distaccato l’atteggiamento di altri eletti: Enzo Crispino ha espresso qualche dubbio finale sulle scene viste nella prima seduta.
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Adesso la logica conclusione dovrebbe essere le dimissioni dei due esclusi dalle nomine.
E non dicano “restiamo per senso di responsabilità e di controllo sull’operato”, perchè significherebbe soltanto avere trovato un assetto altrove.
E il dirsi “non possono essere nominati dello stesso quartiere”, è come attribuire allo ius soli capacità e intelligenza.
Ma non potevano fare Consulte pari ai quartieri?
Ogni esponente avrebbe avuto diretta attinenza e rappresentanza e conoscenza e … vabbé basta … del territorio e delle necessità.