“La politica torni a occuparsi della gestione della Provincia”
I lavoratori di Villa Recalcati pronti ad aprire la vertenza sindacale e a fare sciopero contro un ente che, sostengono, " è gestito in modo poco trasparente "
« La politica torni a riappropriarsi della gestione amministrativa della Provincia».
I lavoratori di Villa Recalcati sono sul piede di guerra: al termine di un’assemblea svoltasi stamattina, venerdì 21 aprile, hanno deciso di rivolgersi al Prefetto e avviare la vertenza sindacale: « Le questioni sono sul piatto da oltre un anno – spiegano i delegati della RSU e dei sindacati – Abbiamo aspettato anche troppo. È arrivato il momento che la partita torni sul tavolo politico e venga tolta a chi la sta gestendo».
Le tensioni dentro l’ente provinciale sono note: il personale che ha visto ridursi progressivamente il numero degli addetti ( passando da oltre 500 a 376) lamenta il blocco del contratto dal 2013: « Nonostante il carico di lavoro sia aumentato per tutti i dipendenti rimasti – commenta Raffaella Bonetto della Cgil – abbiamo assistito solo alla firma unilaterale senza confronto di un accordo che attribuisce 300.000 euro di salario accessorio per i dirigenti, ormai ridotti a due, e benefici economici extra a 22 posizioni organizzative (vice dirigenti) decisi in modo poco trasparente. Per tutti gli altri non esiste trattativa: dico questo proprio al Presidente Vincenzi che crede il contrario».
La sensazione dei lavoratori è che la gestione dell’organizzazione sia gestita secondo linee poco chiare e senza condivisione: « L’autosospensione del consigliere Paris , che ci aveva chiesto una linea di credito,e sposata anche da altri due consigliere di maggioranza, non fa che evidenziare le frizioni interne e la mancanza di una linea politica comune» commentano i sindacati.
«L’organigramma attuale porta a una sperequazione eccessiva – fa notare Mancini RSU UIL – perché decisa in modo autoreferenziale e solo per interessi specifici e gestionali dell’ente. Se gli altri dipendenti hanno un ruolo nelle strategie e nella produttività vogliamo veder riconoscere questi lavori».
La situazione è al limite nei centri per l’impiego: dei nove attivi un tempo sul territorio ne rimangono aperti cinque (Varese, Busto, Saronno, Gallarate, Laveno ) oltre a Tradate ma part time: « In alcuni centri le condizioni di lavoro sono al limite della decenza. A volte vanno anche oltre quel limite. Il personale è all’osso e deve affrontare un pubblico sempre più arrabbiato per le lunghe attese a cui è costretto. Per non parlare della situazione pulizia denunciata più volte o della sede di Gallarate visitata dai ladri ben 5 volte nel giro di una settimana. La politica deve fare delle scelte: farsi carico della riorganizzazione e gestione dei servizi territoriali perché non è più possibile andare avanti»
C’è grande timore anche per l’Agenzia formativa: « Noi vogliamo capire quali siano le basi solide per la sostenibilità di questo ente – ammonisce Flavio Pandolfo RSU Cgil – Una società che poggia tutto su entrare economiche legate alle doti scuola e a servizi futuri, senza un cespite immobiliare, non dà le garanzie per il futuro. Si va verso la privatizzazione di queste ente e il passaggio da parte dei lavoratori della Provincia non può avvenire senza confronto con i sindacati». Per i delegati sindacali, dunque, la trattativa deve avvenire: « Invece non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione, nessuna notizia di ciò che poi hanno portato in consiglio in approvazione – commenta Bonetto – E non dicano che non esistono rappresentanti sindacali in Agenzia. Ci sono, basta volerli incontrare».
Il sospetto è che, a causa di una faida interna nella maggioranza, a pagarne le spese siano i lavoratori chiamati a svolgere un lavoro superiore al passato, senza alcuna considerazione.
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