Mozione Renzi, “prendersi cura della persona”
L'ex premier è uno dei candidati alle consultazioni in programma domenica 30 aprile. Si sfida con Andrea Orlando e Michele Emiliano
«Avanti, insieme». È il motto scelto da Matteo Renzi, che domenica 30 aprile sfiderà Andrea Orlando e Michele Emiliano per la corsa alla leadership del Partito Democratico.
Dopo i 1.000 giorni al Governo, conclusisi con le dimissioni presentate in seguito alla sconfitta referendaria del 4 dicembre, l’ex presidente del Consiglio punta a tornare al timone del Pd con l’obiettivo di costruire «un’alternativa credibile all’onda della contestazione populista», perché «essere democratici significa lavorare per riattivare l’investimento simbolico nella politica». Un
partito “pensante”, quello immaginato da Renzi, «che formi e selezioni classe dirigente e che sia costruito sui valori della partecipazione e della contendibilità», poggiandosi sulla convergenza fra segretario nazionale e candidato premier. Fra le priorità, l’ex sindaco di Firenze pone al centro l’Europa, auspicando l’elezione diretta del presidente della Commissione e proponendo che la scelta del candidato del Pse avvenga attraverso le primarie. E poi ancora: una Schengen della difesa, un intervento netto sulla gestione dei processi migratori e forme comuni di spesa fiscale.
Tutto questo, senza mettere da parte «l’orgoglio di essere italiani», ma piuttosto rafforzandolo, perché «l’apertura non cancella l’identità, ma la esalta».
«Prendersi cura della persona», come evidenziato da Renzi nel suo programma, significa concentrarsi su welfare e salute, su una «politica fiscale che stia dalla parte di giovani e donne» e sulla prosecuzione «dell’importante cammino già compiuto in tema di diritti, giustizia e legalità».
Ma nella visione dell’ex premier è fondamentale anche «prendersi cura del territorio», mettendo al centro la prevenzione del dissesto idrogeologico, la green economy e lo sviluppo agricolo. Tutto questo significa «prendersi cura del futuro», a partire dallo sviluppo economico e dal Mezzogiorno, dalla scuola e dall’università, dalla cultura e dall’innovazione digitale anche e
soprattutto nella Pubblica Amministrazione. È su queste basi che Matteo Renzi chiede «un mandato per cambiare l’Italia e l’Europa».
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