“My name is Giò”: la Liberazione a teatro, tra Resistenza e precariato

Venerdì 28 aprile al Teatro Santuccio un coinvolgente monologo di Giovanni Ardemagni: la storia di un calzolaio napoletano che cerca ogni giorno la sua dignità nel lavoro e nella democrazia

Giovanni Ardemagni - Attore

La libertà, la democrazia, il diritto al lavoro, la dignità dell’uomo. Temi importanti che riguardano ognuno di noi, e che proprio per questo hanno diritto di essere dibattuti tra una passata di colla e una martellata ad una suola al banchetto di un calzolaio napoletano.

E’ lo spunto narrativo di “My name is Giò“, un bel monologo che l’attore Giovanni Ardemagni porta in scena venerdì 28 aprile al Teatro Santuccio di Varese.

Organizzato con il patrocinio dell’Anpi e introdotto dalla presidente dell’Anpi provinciale Ester De Tomasi, lo spettacolo ruota attorno alla figura di Giò, calzolaio figlio degli anni 60 che ama il suo lavoro. Lui sa tutto delle scarpe, conosce i dolori del piede, ma il suo è un lavoro quasi scomparso. Gio, però, non vuole emigrare. Tira la cinghia e ogni giorno combatte la sua guerra per campare, rivolgendo anche qualche preghiera a San Precario, un santo moderno.

Dovendo raccontare di sé, Giò non può fare a meno di parlare del suo Maestro, Mast’Antonio, “o migliore scarparo i Napule”, che la guerra l’ha fatta davvero, ha conosciuto la fame, la paura, la morte.

La passione per il lavoro, la lotta per i diritti, il diritto al lavoro fanno di Giò e di Mast’Antonio una persona sola. Forse l’unica differenza è che una volta subito dopo la guerra c’era parecchio lavoro ma non c’erano i soldi, “mo i soldi ci stanno, ma non ce stà ‘o lavoro”.

Perché, come scrive Giovanni Padovan partigiano combattente, in una frase che fa da coronamento allo spettacolo di Giovanni Ardemagni “Vivere di memoria non serve. Se vuoi essere un partigiano ancora devi batterti con i mezzi che la democrazia ti mette a disposizione, con tutti i mezzi, devi batterti per salvaguardare e consolidare i principi scritti nella nostra costituzione repubblicana, che cosa vuol dire, vuol dire batterti oggi per l’affermazione dei diritti, dei diritti del uomo, dei diritti del cittadino, dei diritti umani”.

“My name is Giò”, Teatro Santuccio di Varese (via Sacco) – Venerdì 28 aprile, ore 21. 

Ingress0 10 euro (soci Anpi 8 euro)

Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

Giorno dopo giorno con VareseNews ho il privilegio di raccontare insieme ai miei colleghi un territorio che offre bellezza, ingegno e umanità. Insieme a te lo faremo sempre meglio.

Pubblicato il 26 Aprile 2017
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