“Non portate via mia madre”
Dipendenti in lacrime e parenti arrabbiati per l'esito odierno dell'accesso dell'ufficiale giudiziario che di fatto decreta la fine della clinica
Occhi rossi e lacrime sui volti di molti dipendenti. Nel giro di poche ore si sono visti frantumare tutte le speranze cresciute negli ultimi mesi, soprattutto dopo l’offerta arrivata venti giorni fa per dare un futuro nuovo della clinica La Quiete.
Da sabato 29 aprile la casa di cura non effettuerà più attività sanitaria ambulatoriale per la cittadinanza. Anche gli interventi chirurgici saranno cancellati : 15 gli interventi programmati, salteranno anche quelli fissati da settimane.
I degenti saranno dimessi nei tempi adeguati a seconda delle condizioni. La fine della storica clinica viene vissuta come un dramma anche dai parenti dei pazienti ricoverati: “Ora vengano a portare via mia mamma e la sistemino in modo adeguato alle sue condizioni – commenta con rabbia Paola Caravà, che ha la madre novantenne ricoverata da alcuni giorni -; siamo reduci da un’esperienza pesante al pronto soccorso. La sanità pubblica è allo sfascio e ora vogliono distruggere anche quella privata. Qui mia madre è curata e assistita con grande umanità. Lei mi ha sempre chiesto di finire i suoi giorni qui, alla Quiete, perché sa di essere tra personale di grande umanità e professionalità. Ora cosa le dico?”.
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